UMILTA’ L’UNICO SOSTANTIVO DELLA LEADERSHIP
Il 19 aprile 2019 ho coinvolto 46 persone in una aula di formazione a Tecnopolis per far vivere loro una esperienza molto particolare.
Tutti si aspettavano una lectio magistralis sulla leadership e sull’umiltà, e tutti sono stati smentiti. Perché durante tutto l’incontro io ho:
– ascoltato tanto, piuttosto che farmi ascoltare;
– fatto sorgere dubbi, anziché dare soluzioni;
– lasciato tempo alla riflessione, anziché dare insegnamenti.
Alcune persone, al termine del workshop, nel feedback mi hanno scritto che avrebbero gradito ascoltare qualcosa di più dalla mia voce. Ma io ho desiderato far parlare la voce che era in loro. Far tornare ciascuno dei partecipanti alle radici della propria leadership.
“Le radici non sono il passato, sono il presente e il futuro delle piante. Sono nascoste, profonde, invisibili, ma essenziali. Alcuni alberi possono continuare a vivere anche perdendo il 90% del fogliame e dei rami, ma muoiono se vengono recise le loro radici. Per vedere le radici c’è bisogno di un grande trauma: una forte tempesta, un’alluvione, un terremoto” (Prof. Luigino Bruni, LUMSA).
Così, in un’aula di formazione ho fatto chiudere gli occhi, ho bendato tutti i partecipanti e gli ho invitati a scrivere al buio (non penso sia stato un grande trauma, ma sicuramente una esperienza inaspettata).
L’incontro è stato un incipit esperienziale.
L’umiltà può essere facile (ma non troppo) da spiegare, ma non certo da vivere; e allora ho fatto eseguire dei semplici esercizi che hanno aiutato i partecipanti ad entrare in argomento.
Dopo aver fatto familiarizzare con il/la collega alla propria destra mediante l’accettazione con semplicità (e umiltà) dello scherzoso (per non dire altro) ritratto della propria persona, tutti hanno scritto ad occhi chiusi, sul BOOKNOTES (che ho regalato a ciascun partecipante) l’introduzione alla propria storia di leader.
Perchè tutto questo?
Leggilo nel mio prossimo blog dove ti riporterò l’intera Premessa contenuta nel BOOKNOTES.
Ciao Roberto.