Portare fuori dai laboratori le formule, per trasformarle in prodotti innovativi da lanciare sul mercato. E’ questa la sfida della ricerca. E’ questa la ragione per cui un gruppo di chimici delle Università italiane si sono riuniti a Perugia e mi hanno chiesto di fare chiarezza su cosa significhi fare impresa. E’ doveroso fare una premessa, sebbene possa sembrare scontata. In una visione sistemica, finanziare la ricerca e promuovere le start up significa non solo promuovere nuove scoperte, ma anche (con un ritardo temporale non prevedibile ma certo) realizzare beni nuovi, che soddisfano in maniera più efficace i bisogni dell’uomo. Ciò genera un benessere diffuso e innesta un circolo virtuoso verso un miglioramento continuo. Ovviamente, se invertiamo (o pervertiamo) il segno da positivo a negativo tagliando i finanziamenti alla ricerca, una comunità di persone non potrà migliorare il proprio benessere e non saprà come affrontare le situazioni di crisi.
La trasformazione da idee a beni non è così semplice. Quando la conoscenza si sposa con il business, sono richieste competenze di gestione del rischio, pianificazione e soprattutto una buona dose di creatività, ossia quella capacità di pensare in maniera nuova ciò che già conoscevamo. Ciò è ancora più vero per un prodotto della ricerca da cui le persone si aspettano una forte componente di innovazione.
Ciò non basta. Servono anche i giusti strumenti per non perdere la rotta e raggiungere il successo: la realizzazione dei propri obiettivi. Nella sede del dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia, ho presentato Target Navigator, strumento di pianificazione strategica. In sintesi, si tratta di un software web che guida “step by step” nel definire una strategia personale di successo, aiutando a tenere la rotta nel rispetto dei tempi previsti.
Senza scendere nei dettagli della pianificazione strategica e di Target Navigator (c’è già molto nel mio sito), voglio solo mettere a fuoco un concetto: realizzare un’idea di business partendo dalla ricerca richiede audacia, competenze e strumenti adeguati, ma soprattutto la consapevolezza che il “fare impesa” non è cieco schiavo del profitto ma servo umile dei bisogni delle persone.
La trasformazione da idee a beni non è così semplice. Quando la conoscenza si sposa con il business, sono richieste competenze di gestione del rischio, pianificazione e soprattutto una buona dose di creatività, ossia quella capacità di pensare in maniera nuova ciò che già conoscevamo. Ciò è ancora più vero per un prodotto della ricerca da cui le persone si aspettano una forte componente di innovazione.
Ciò non basta. Servono anche i giusti strumenti per non perdere la rotta e raggiungere il successo: la realizzazione dei propri obiettivi. Nella sede del dipartimento di Chimica dell’Università di Perugia, ho presentato Target Navigator, strumento di pianificazione strategica. In sintesi, si tratta di un software web che guida “step by step” nel definire una strategia personale di successo, aiutando a tenere la rotta nel rispetto dei tempi previsti.
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