La divinizzazione della tecnica.
Teocnocrazia, termine coniato da Berio Rapetti sta a significare l’Idolatria della tecnica, promossa dal fautori profetici di uno sviluppo ipertecnologico (tra cui il postumanesimo e il transumanismo).
Scrivo queste riflessioni per condividere con voi la preoccupazione che esista una tendenza sotterranea e pervasiva nella nostra società, in cui la tecnica che ha invaso e modificato quasi tutti gli ambiti dell’esperienza umana, diventi il nuovo Dio.
Sta accadendo infatti che la razionalità calcolante e strumentale si impone sulla nazionalità sapiente senza la quale l’essere umano soffoca e perde progressivamente la sua umanità
Purtroppo siamo difronte ad un ribaltamento pericoloso in cui la tecnica da strumento diventa despota si eleva come padrona.
Le relazioni tra esseri umani sono sempre più mediate dal mezzo tecnico, e può accadere che, varcata una certa soglia, i mezzi si trasformano in fini.
Dobbiamo essere vigili per non cedere all’idea che solo dalla tecnica provenga a noi la salvezza. Non abbiamo garanzie che un intervento antropotecnico profondo sull’essere umano non conduca a danni superiori a quelli apportati da tempo dal dominio umano sulla natura (antropocene).
Penso esista una connessione profonda tra economia e tecnica nell’ideologia capitalistica.
La religione del capitalismo si trasforma così nella religione della tecnica, o meglio si fonde con essa in un’unica e ibrida forma di culto e ritualità di cui il lato economico e quello tecnologico non sono che le due facce di una stessa medaglia.
Speriamo bene!
Mi fa piacere commentare l’articolo sulla tecnocrazia, nuova divinità!!
Questa divinità dobbiamo annoverarla insieme alle vecchie e tradizionali divinità: la carne, il sesso, il denaro, condizioni umane che hanno escluso il Dio della Rivelazione. Le conseguenze sono ben note.
– Il sesso senza Dio produce infedeltà coniugale, contraccezione, aborto, stupro…,
– Il denaro senza Dio produce corruzione, furto, usura.
– La carne, senza Dio, cioè senza sobrietà ed equilibrio produce aumento della morbosità e mortalità specie
cardiovascolari.
– La tecnocrazia produce assuefazione, dipendenza con ripercussioni sul lavoro, famiglia, ecc.
Le stesse condizioni governate dalla fede in Dio si rifanno all’insegnamento di San Paolo: rivestitevi dell’indumento di Cristo, “non sono io che vivo me è Cristo che vive in me”, cioè vita sacramentale, Vangelo, Spirito Santo (benevolenza, pazienza, sobrietà..).
Sena Dio sono strutture destruenti, di peccato, con Dio sono strumenti per vivere la santità.
Caro Roberto,
c’è un problema di fondo per cui comprendo la tua impostazione ,ma non la condiviso. Naturalmente siamo nel campo dello specchio ricurvo chi lo vede concavo chi lo vede convesso, e possiamo aver ragione tutti e due.
1. In base allo slogan di Gianfranco Dioguardi : la specializzazione è necessaria ma non sufficiente, non mi sembra opportuno aumentare le specializzazioni sempre più sofisticate. Così saranno sempre meno persone che si capiscono tra di loro, con la conseguente caduta nelle relazioni interpersonali e quindi del dialogo. Oggi la sfida da vincere, a mio avviso, è ridurre “il non sufficiente” non aumentare l’ipertrofia della specializzazione.
2. “Noi possiamo scambiarci informazioni per collaborare al meglio ma non è dialogo; noi possiamo mettere a confronto le nostre opinioni in una discussione, in una disputa, ma non è ancora dialogo. Solo se riusciamo a “comunicare” il senso di quello che facciamo, il valore delle cose che trattiamo, allora è dialogo. Comunica chi manifesta il motivo di quello che fa ,la bellezza del proprio impegno; realtà intime che si manifestano solo a persone amiche ,che comprendono e condividono, nel profondo, lo stesso amore per la vita, lo stesso servizio” (G Lomiento- S. Troisi 2006)
3. Sotto la travolgente crescita di disponibilità di macchine digitali, gli attuali iter formativi tendono ad avere una involuzione. L’aspetto riguardante la preparazione di colui che è formato tramite l’acquisizione di specializzazioni sempre più sofisticate , alcuni parlano di saper fare, tende ad emarginare l’aspetto di educazione, cioè “valorizzare colui che è educato , per far emergere quel che è latente in lui o in lei “(F. Rosini), alcuni parlano di saper essere.
4. L’attuale formazione tende pericolosamente a coincidere con l’addestramento all’ uso di codici teorici o fisici. Troppo spesso si dimentica che “Non esiste l’uomo puro scienziato, puro medico, puro esteta, puro pratico, puro sociologo: ogni specializzazione affonda le sue radici nell’uomo così com’è […] Non esiste alcuna realtà empirica pura, né esistono fatti nudi e crudi, poiché anche le più semplici deduzioni, i più modesti esperimenti o rilevamenti delle scienze naturali si basano su una serie di valutazioni mentali prescientifiche e su una determinata interpretazione del mondo, dell’uomo, della salute, della felicità, del dolore, e così via” (G. Torellò,)
Caro Roberto , noi che sul piano lavorativo siamo stati protagonisti di profonde innovazioni dovute alla tecnologia, siamo altresì rimasti quasi spiazzati dalla trasformazione che il Capitale ha introdotto nella societa’. Quando ne abbiamo avuto piena contezza abbiamo reagito nel tentativo di ricondurre ad un equilibrio socio culturale ma ahimè abbiamo incrociato dei marpioni dotati di due facce a seconda delle circostanze e ne siamo rimasti scottati. Un abbraccio Leonardo Scorza
È purtroppo vero Roberto, la dipendenza dagli strumenti tecnologici ha registrato una forte accelerazione e notevoli cambiamenti nelle relazioni umane.
Al di là della divinizzazione delle tecnica, sono gli impatti sulle persone che preoccupano e delle possibili reazioni in termini di aggressività verso gli altri o verso se stessi da parte dei tanti che per vari motivi non sono stati accompagnati a scoprire i veri valori della vita.
Carissimo Roberto,
periodicamente ci presenti momenti di riflessione su temi ormai di pressante attualità, ma che il caos della vita moderna spesso ci fa ignorare. Per questo ti sono grado e, sia pure in ritardo, ti rispondo rinnovando i sensi della più alta stima e Amicizia.
Da Wikipedia, la tecnocrazia è un ideale di governo d’impresa sociale che propugna, al presidio dei processi decisionali di un potere esecutivo, il comando diretto o il parere vincolante di esperti nei campi delle scienze dure (es. medici, fisici), molli (es. psicologi, economisti, giuristi) e della tecnica (es. ingegneri) fino a diventare il nuovo Dio (post-umanesimo e trans-umanesimo a cui fai cenno sollevando la tua preoccupazione “attiva” tesa a favorire un nostro impegno propositivo, che denunci l’antiumana e contraddittoria proliferazione dei cosiddetti diritti civili, sempre più a scapito dei fondamentali diritti umani.
Ora la Tecnocrazia sottende numerosi temi: dall’aborto all’utero in affitto all’attacco a matrimonio e famiglia e, se avanza l’antropologia del post-umanesimo secondo la quale la tecnologia può manipolare l’immutabile natura dell’uomo, modificandola a piacere, alla lunga, sarà lecito, con la scusa d’introdurre presunti diritti civili, offendere la dignità della donna, noleggiando parte del suo corpo e manipolare il linguaggio per celare nuove forme di schiavitù e colonialismi: utero in affitto e maternità di sostegno.
Alla base del movimento transumanista c’è la convinzione che il progresso tecnologico e scientifico rappresentino il meccanismo per il potenziamento delle capacità fisiche e cognitive dell’essere umano. Ma il passaggio dall’Homo sapiens al cosiddetto postumano deve avvenire con un sistema ispirato al principio liberale della divisione del lavoro e delle competenze, ma solo come uno step evolutivo, nel cui insieme, l’Uomo non è un semplice soggetto passivo dell’evoluzione stessa, ma ne è l’artefice e, intervenendo sul progresso tecnologico, ne dà la rotta da seguire per fermare l’onda del post-umanesimo attraverso la ricchezza di un nuovo umanesimo.
Un abbraccio
Giacomo