Primo impatto. Stupore, ilarità e soprattutto la rabbia dei tanti automobilisti (quelli veri) costretti ad aspettare non per un semaforo rosso od un pedone, ma il passaggio di 12 pazzi che indossano delle sagome di auto (finte).
Questi gli stati d’animo della folla barese, affaccendata nello shopping natalizio, provocati dallo slow mob, una passeggiata lenta per riappropriarci della bellezza del camminare per strada, luogo delle persone e non delle auto.
La reazione.Alcuni hanno ignorato o deriso la situazione, snobbando come buffonate iniziative di questo tipo. Altri, invece (complice i volantini illustrativi distribuiti), hanno iniziato a dialogare, sulla possibilità di lasciare o meno l’auto a casa, anzichè divenirne schiavi, inquinando e occupando il centro della città.
Il futuro. Tra gli slowmobbisti, insieme al presidente del Club, Roberto Lorusso, c’erano Stefano Donati, comandante della Polizia Municipale di Bari, il suo vice Giuseppe Cucurachi e Guglielmo Minervini, assessore regionale alla Mobilità (sostenibile), che ha ribadito l’importante opera di sensibilizzazione di eventi come questo e ha espresso il desiderio che lo Slow Mob fosse replicato in altre città della Puglia.
La semina. Non sappiamo quali conseguenze ci saranno dopo questo evento. Speriamo che qualcuno vada oltre l’originalità del modo in cui gli è stata proposta la riflessione e decida seriamente di cambiare stile di vita. Una cosa è certa: noi abbiamo seminato.
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