Sempre meno bambini ed il paese diventa più povero.

Settemila nati in meno. Sono quasi 562mila, negli anni Sessanta erano il doppio. Il tasso di natalità è al 9,3 per mille. E il 13,9 dei neonati è figlio di stranieri. 
 
L’Italia si conferma ancora una volta lontana dai parametri europei. In Francia, Olanda e Danimarca, ad esempio, si arriva a 2,1 figli per ciascuna donna contro il nostro 1,29 (nel 2009 era l’1,33)
 
 
Dopo alcuni anni di incremento, le nascite nel nostro Paese sono diminuite. E non sono soltanto le donne italiane a procreare meno, ora anche quelle straniere tendono a seguirne le orme. Il risultato è che nel 2010 sono nati complessivamente quasi 7 mila bambini in meno rispetto all’anno precedente (-1,2%). Si tratta appunto di un bis, perché la riduzione è pari a quella già registrata nel 2009. In ogni caso il popolo italiano nonostante tutto non rischia l’estinzione e, seppure lentamente, cresce ancora con l’apporto degli stranieri che a questo punto rappresentano il 7,5% della popolazione totale, con una punta del 10,3% nel Nordest. Ma è evidente che il problema restano le nascite, tra l’altro inferiori ai 587.488 decessi. I nuovi arrivati sono appena 561.944 nel 2010 (circa la metà rispetto ai nati degli anni Sessanta, quelli del baby-boom) con un tasso di natalità pari al 9,3 per mille che rappresenta il valore più basso dell’ultimo decennio. Oltretutto ben il 13,9% dei neonati sono figli di stranieri. 
 
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