Tra le tante riflessioni possibili su San Giuseppe, io scelgo quella più attuale, quella del presente. Perché Giuseppe era convinto che ogni istante della sua vita era pieno della presenza di Dio. Invece di pensare al passato o all’avvenire, Giuseppe viveva ogni momento della sua giornata come “bastante a se”, già pieno di tutto, infatti in ogni suo istante vi era Dio. E come dice un salmo: “se c’è Dio nulla ci manca”.
Molto spesso nelle nostre giornata abbiamo una sensazione di vuoto, di frustrazione. Qualche volta abbiamo l’impressione che ci manchi qualcosa. E questo perché in realtà, anziché vivere nel presente viviamo nel passato (delusioni, risentimenti, ecc.) oppure nel futuro (paure, strane preoccupazioni, ecc.).
Giuseppe ci insegna a vivere con la prospettiva cristiana: anche se il mio passato è stato un piccolo disastro ed il mio futuro si prospetta poco buono, adesso, posso vivere pienamente la mia vita, con atto di fiducia e di abbandono in Dio che è presente.
Il nostro passato è nelle mani della Misericordia divina (che può trarre cose buone anche dalle cose cattive) ed il nostro avvenire è nella sua Provvidenza.
Per questo San Giuseppe è maestro della “vita presente”. Se impariamo da lui eviteremo di essere continuamente insoddisfatti (pressati fra un passato che pesa e un avvenire che preoccupa) e impareremo a vivere la pace che dilata il cuore.