Domenica 7 settembre 2008 papa Benedetto XVI nella sua visita pastorale a Cagliari ha dato a noi fedeli importanti spunti di riflessione. I giornali hanno parlato molto dell’Omelia in cui il papa ha sottolineato che il mondo del lavoro, dell’economia, della politica, necessitano “di una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile”.
Una riflessione importante che interessa chi vive con senso di responsabilità il suo ruolo sociale e naturalmente interessa in primo luogo i giovani.
Quei giovani a cui il papa ha rivolto questo monito:
“Cosa dire poi del fatto che nell’attuale società consumistica, il guadagno e il successo sono diventati i nuovi idoli di fronte ai quali tanti si prostrano? La conseguenza è che si è portati a dar valore solo a chi – come si suol dire – ‘ha fatto fortuna’ ed ha una sua ‘notorietà’, non certo a chi con la vita deve faticosamente combattere ogni giorno. Il possesso dei beni materiali e l’applauso della gente hanno sostituito quel lavorio su se stessi che serve a temprare lo spirito e a formare una personalità autentica. Si rischia di essere superficiali, di percorrere pericolose scorciatoie alla ricerca del successo, consegnando così la vita ad esperienze che suscitano soddisfazioni immediate, ma sono in se stesse precarie e fallaci. Cresce la tendenza all’individualismo, e quando ci si concentra solo su se stessi si diventa inevitabilmente fragili; viene meno la pazienza dell’ascolto, fase indispensabile per capire l’altro e lavorare insieme.”
Chi può allontanare i nostri giovani da una vita senza valori in una società che bada solo allo sperpero di denaro, di energie e di intelligenze? La famiglia, innanzi tutto. L’essere dei genitori consapevoli e attenti e, naturalmente, essere dei buoni educatori.
“La crisi di una società inizia quando essa non sa più tramandare il suo patrimonio culturale e i suoi valori fondamentali alle nuove generazioni. […] C’è, lo sappiamo, un’emergenza educativa, che per essere affrontata richiede genitori e formatori capaci di condividere quanto di buono e di vero essi hanno sperimentato e approfondito in prima persona”.
Questo dice il Cardinale Ratzinger a noi genitori, a noi insegnanti di vita. Su questo dovremmo tutti riflettere e tutti dovremmo darci da fare affinché la famiglia torni a essere un luogo sacro di amore, condivisione, educazione e radicamento in quei valori che formano un buon cittadino. Il quale poi sarà un buon lavoratore, un buon imprenditore, un buon politico, un buon insegnante e soprattutto un buon padre.
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[Fonte immagine: http://assemblea.azionecattolica.net]