Gli imballaggi, le confezioni in generale stanno diventando una variabile centrale nelle nostre scelte di acquisto e costituiscono un componente fondamentale per qualsiasi merce che vuole essere sul mercato.
E questo perchè è sempre più diffuso il giudizio che sono il simbolo di una società insostenibile, basata sullo spreco e sull’incessante produzione di rifiuti.
In realtà gli imballaggi sono una frazione piuttosto contenuta dei rifiuti urbani e una quota ancora più limitata del totale dei rifiuti generati. Secondo i dati elaborati dal Consorzio nazionale imballaggi (Conai), in Italia si producono ogni anno circa 164 milioni di tonnellate di rifiuti, di cui il 19% circa (poco più di 32 milioni, ossia 1,5 kg a testa al giorno) sono rifiuti urbani. Nell’ambito dei rifiuti urbani gli imballaggi rappresentano circa il 23% in peso.
La Direttiva 94/62/CE (modificata poi dalla 2004/12/CE), ha introdotto alcuni principi chiave per la gestione degli imballaggi a fine vita: 1) l’obbligo di raggiungere specifici obiettivi di recupero e riciclo;
2) la responsabilità condivisa degli operatori delle filiere degli imballaggi che devono garantirne la minimizzazione dell’impatto ambientale lungo tutto il ciclo di vita. In Italia, la costituzione di Conai ha permesso di definire specifici obiettivi di recupero e riciclo coinvolgendo produttori, utilizzatori e distributori all’interno di un innovativo sistema di gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio.
Questi obiettivi, rivisti con il D. Lgs. 152/2006, sono stati raggiunti e superati grazie a un approccio particolarmente efficiente sia dal punto di vista delle quantità recuperate e riciclate, sia dei costi di gestione.
Nel 2009 quasi il 74% degli imballaggi immessi al consumo è stato recuperato e circa il 64% è stato avviato a riciclo, con punte superiori all’80% nel caso della carta e del 77% per l’acciaio.
Anche il recupero della plastica, materiale complesso da gestire, sempre nel 2009 ha superato il 66%, con una quota del 33% avviata a riciclo.
L’alleanza tra imballaggi e ambiente, però, non passa solo dallo sviluppo di efficienti sistemi di recupero e riciclo. La progettazione di un packaging sostenibile vede nella prevenzione una strategia fondamentale.
Ciò significa agire su alcune leve principali:
1- ridurre la quantità di materie prime utilizzate negli imballaggi;
2- favorire il riutilizzo dell’imballaggio; incentivare l’utilizzo di materiale riciclato;
3- semplificare il sistema di imballo, eliminando l’overpackaging e i componenti superflui;
4- ridurre la quantità di energia utilizzata nella produzione o utilizzarla da fonti rinnovabili; ottimizzare la logistica per minimizzare le emissioni legate alla movimentazione; favorire l’uso di imballo monomateriale.
I risultati raggiunti con tali strategie sono significativi. Nel settore del vetro le bottiglie di birra hanno registrato un alleggerimento del 18% in peso in circa venti anni, mentre negli imballaggi in plastica si è avuta una riduzione media 28%. Nella filiera del legno ogni anno si riparano 12 milioni di pallet evitando così l’utilizzo di imballaggi nuovi.