Produciamo energia in casa per la casa.

Anche l’energia si produce a kilometro zero. Prendono piede impianti ridotti nelle dimensioni, pensati per un uso domestico ma adatti anche ai piccoli borghi. Vi secca portare al cassonetto in strada gli scarti vegetali della cucina?
Sappiate che molti materiali (l’erba falciata, i rami, la buccia della frutta) sono come l’oro, non hanno prezzo. A patto di utilizzarli bene. Appunto: Per farne elettricità.
L’Energia a chilometro zero è quella prodotta sotto o accanto a casa partendo dalle cosiddette biomasse, ovvero tutti quei vegetali che possono marcire e fermentare originando gas: il gas azionerà un motore collegato a una dinamo che darà energia elettrica. Pulita, cioè senza scarichi inquinanti perché non si brucia né petrolio né carbone. Basta uno spazio di 150 metri quadrati per installare un impianto completo e una società italiana ha lanciato sul mercato una apparecchiatura chiamata BioBox, un divoratore di biomasse capace di assicurare una potenza elettrica di 80 kilowatt. Tenendo conto che dal contatore di casa normalmente non si prelevano più di tre kilowatt, con un solo BioBox si alimentano le utenze di 25 famiglie. Il calore recuperato in fase di raffreddamento del motore non andrà perduto: darà acqua calda.
L’impianto può essere utile per le frazioni isolate dove più famiglie possono collegarsi ad un’unica apparecchiatura, oppure per i piccoli borghi di campagna o al mare. Ci vuole adeguata disponibilità di biomassa vegetale, è chiaro, ma in campagna e in montagna non è un problema. In compenso, pagate le spese di installazione, elettricità ed acqua calda saranno gratuite. Al costo zero si aggiungerà il chilometro zero e l’impatto ambientale zero. Mai come in questo caso uno zero vale tanto.
 
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