Ancora oggi, e chi sa per quanto tempo, molte decisioni strategiche dagli ampi risvolti morali vengono prese ad un livello che tende ad escludere le donna.
A confermarlo sono le recenti statistiche che dimostrano che le donne sono ancora lontane dalle stanze dei bottoni. E non so quanto sia evidente a tutti noi la sofferenza, delle donne, di non riuscire a influire su molti processi decisionali che la loro sensibilità vorrebbe più direttamente orientati al bene comune.
A rendersene conto esaurientemente sono state le giovani studentesse di tutta Italia, dottorande e ricercatrici che si sono incontrate nei primi giorni di agosto 2011 a Castelgandolfo per il 25° Congresso ‘Etica Pubblica e scelte individuali’ promosso dalla Fondazione ‘Residenze universitarie internazionali’ (Rui). La nutrita rappresentanza ‘rosa’ (circa un centinaio) del mondo dei ‘cervelli’ ha avviato una riflessione costruttiva con docenti qualificati sul concetto di ‘bene comune’, su temi cruciali come il rapporto tra laicità e ricerca pubblica del bene, sul ruolo dei ‘valori’ sul piano istituzionale e normativo.