Nella buona e cattiva sorte: imprese & politica

In quest’ultimo periodo sembrerebbe che il mondo del business abbia perso legittimità e la politica abbia perso credibilità. E penso sinceramente che la politica fatta da uomini di business abbia contribuito parecchio a questo stato delle cose. Esiste una grande confusione di azioni che spingono la politica ad essere più efficace e profittevole e il business ad essere più sociale e solidale. Stiamo invertendo i ruoli o stiamo facendo convergenza verso il Bene Comune? Molti parlano di reinventare il capitalismo e molti dicono di re-ingegnerizzare i processi della Pubblica Amministrazione.

Allora tagliamo corto: tutti devono generare valore condiviso. Tutti devono produrre quelle condizioni nelle quali si può operare per il Bene Comune. Le imprese devono capire che non sono i bisogni economici a definire i mercati, bensì i bisogni sociali. E che il suo agire può generare esternalità negative (che paga la società), come può generare beni relazionali che avvantaggiano la società. 
La politica deve generare condizioni che favoriscono lo sviluppo delle imprese eliminando il potere espresso nella burocrazia che genera esternalità negative (tempi lunghi di attesa, sportelli unici funzionanti solo sulla carta, ecc.). 
 
Per concludere: la competitività delle imprese e il benessere della comunità in cui opera sono strettamente connessi ed interdipendenti.
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