Sono parole di Nicholas Negroponte, informatico statunitense, fondatore del MediaLab del Mit di Boston che si sta impegnando a combattere la povertà sfruttando le nuove tecnologie mediatiche.
L’idea da cui parte è semplice: il computer è diventato ormai il principale veicolo di trasmissione delle conoscenze ed ha cambiato la qualità dei rapporti interpersonali. Rendendolo accessibile ai bambini dei paesi in via di sviluppo garantisce loro la possibilità di ricevere un’educazione adeguata annullando, di fatto, i limiti di spazio e di tempo.
“Solo colmando l’enorme divario conoscitivo – dice Negroponte – i Paesi poveri possono avvicinarsi allo sviluppo del mondo ricco e questo processo deve partire dall’infanzia, ossia dall’educazione di base”.
Un’ideologia che si trova in totale sintonia con il messaggio del Papa secondo cui “…le nuove tecnologie sono un vero dono per l’umanità. Dobbiamo perciò far sì che i vantaggi che esse offrono siano messi al servizio di tutti gli esseri umani e di tutte le comunità, soprattutto di chi è bisognoso e vulnerabile”.
Il suo messaggio è rivolto in particolar modo ai giovani che, più di chiunque altro, hanno colto l’enorme potenzialità dei nuovi media. Proprio tra i giovani, maggiori intenditori di queste nuove forme di comunicazione, nascono nuove relazioni intrecciando luoghi e culture diverse. Bisogna però “evitare che queste innovazioni tecnologiche diventino strumento di alienazione e un invalicabile muro tra chi dispone dei media e chi ne è privo”. Inoltre, aggiunge il Papa, “coloro che operano nel settore della produzione e della diffusione di contenuti dei nuovi media non possono non sentirsi impegnati al rispetto della dignità e del valore della persona umana”.
Fonte: da AVVENIRE – 23 maggio 2009