«Ricordati del giorno del sabato per santificarlo. Sei giorni lavorerai e farai ogni tuo lavoro; ma il settimo giorno è il sabato in onore del Signore, tuo Dio: non farai alcun lavoro, né tu né tuo figlio né tua figlia, né il tuo schiavo né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te» (20,8-11).
Quel sabato oggi si chiama “domenica”. E questa buona indicazione del Signore Dio al suo popolo è stata ormai soppressa dalla mente e dai fatti.
Solo pochi saggi non lavorano di domenica.
Le aperture domenicali sono la negazione dell’uomo perché negano il riposo, la festa, il valore del non-lavoro.
È il disconoscimento del valore della domenica che più dice oggi la natura idolatrica del capitalismo che stiamo sperimentando.
La logica del profitto non conosce riposo, e quindi non riconosce più l’umano vero, e così arriva a chiedere alle donne di congelare gli ovuli in cambio di moneta e fedeltà aziendale (Leggi l’articolo).