Emilia Sala, 45 anni, milanese, laureata in lingue e letterature straniere, dopo un periodo di lavoro in una grande casa editrice nel campo della narrativa e saggistica straniera ha scelto di fare la traduttrice libera professionista. «È un’attività che consente di concentrarsi maggiormente sui testi e di occuparsi della ricerca – spiega Emilia –. Lavorando da casa, poi, la qualità del prodotto migliora notevolmente». Attualmente la traduttrice lavora per due case editrici, soprattutto nel campo dell’arte e della saggistica. «La mia giornata è scandita da orari e pause abbastanza fissi, come se andassi in ufficio – racconta –. Non attraverso la città come facevo prima (impiegavo anche due ore). Mi do tempi abbastanza rigidi. Un problema per chi lavora da casa potrebbe essere la difficoltà di riuscire a tenere un ritmo di lavoro produttivo. Così, di fatto mi sono data un’impostazione abbastanza rigida. Comincio alle 9.30 e lavoro in genere otto, nove ore al giorno, con una pausa per il pranzo e poi, a seconda delle necessità, mi prendo gli intervalli che mi occorrono per commissioni o altri interessi. Grazie alla mia attività ho potuto frequentare, per esempio, un corso di fotografia e di lavorare in camera oscura».
La parte dedicata al lavoro è una stanza luminosa con un grande tavolo dove appoggio il mio computer portatile. Utilizzo quasi sempre un programma normale di videoscrittura, anche per le revisioni. Raramente lavoro sull’impaginato delle case editrici che hanno programmi grafici evoluti. Il grande pregio di lavorare da casa è potersi organizzare il tempo e dedicare le ore destinate agli spostamenti ad altro, per esempio, alla lettura più approfondita dei giornali. L’altro vantaggio è poter lavorare a Milano, ma anche davanti al mare, sotto un eucalipto, in Sicilia. Lo svantaggio è l’isolamento. Per una persona che ha bisogno di stimoli e relazioni esterne questo può rappresentare un aspetto problematico. Ma lavorare da casa dà la possibilità di trovare altre attività esterne che compensano la mancanza di contatti. Il consiglio che mi sento di dare a chi vuole lavorare con questa modalità è di darsi una tempistica, perché una casa può essere fonte di molte distrazioni. (G.Sci. da Avvenire 13.07.2011)