L’anno nuovo è migliore se noi siamo migliori

Molto speso ci auguriamo un nuovo anno pieno di successi e felicità. Ma quello che ritengo necessario oggi, più che mai, è l’urgenza di imparare a non accontentarci del successo nella vita professionale e mirare soprattutto alla realizzazione piena della vita dandone un senso.

Impariamo la difficile arte della riconoscenza e il nostro cuore sarà capace di gratitudine e sempre sollecito verso i nostri amici e collaboratori che hanno bisogno del nostro sostegno.

Impariamo ad essere i nuovi rivoluzionari.

Perché oggi non bastano uomini e donne buoni o sufficientemente buoni o quasi buoni: è necessario essere «rivoluzionari».

Di fronte alla globalizzazione del relativismo, dell’edonismo, di fronte alla quantità di paganesimo e di materialismo che ci viene offerto in tutte le salse, le nostre famiglie, le nostre imprese hanno bisogno di anticonformisti, dei ribelli d’Amore che fanno emergere la verità delle cose e della vita.

Diciamo basta a produrre cose destinate alla discarica. Iniziamo a produrre per i veri bisogni delle persone di questo millennio.

Paul Hawken, imprenditore e saggista dall’età di vent’anni (California, 8 febbraio 1946) che ha dedicato la sua vita alla sostenibilità e a cambiare il rapporto tra business e ambiente, ha recentemente scritto:

 

Abbiamo decine di migliaia di case abbandonate senza persone e decine di migliaia di persone abbandonate senza case.

Abbiamo un’economia che ci dice che è più economico distruggere la Terra in tempo reale piuttosto che rinnovarla, risanarla e sostenerla.
Si può stampare denaro per tirare fuori dai guai una banca, ma non si può stampare la vita per tirare fuori dai guai il pianeta.

Adesso stiamo rubando il futuro per venderlo nel presente sotto il nome di prodotto interno lordo.

Potremmo facilmente avere un’economia basata sul curare il futuro, invece di una basata sul rubare.

Possiamo o creare attività per il futuro o prendere attività del futuro. Nel primo caso si tratta di risanamento, nel secondo di sfruttamento. E ogni volta che sfruttiamo la Terra, sfruttiamo le persone e causiamo sofferenza indescrivibile. Lavorare per la Terra non è un modo per diventare ricchi, è un modo per essere ricchi.

Anno Nuovo imprenditore nuovo.

La nostra rivoluzione consiste nel portare verità nelle nostre imprese. I leader, i manager o più in generale i titolari (coloro che hanno autorità) devono riflettere seriamente sul concetto di “autorità come servizio”.

Chi governa un’impresa, infatti, deve amare i suoi collaboratori, perché un capo che non ama, non può governare: al massimo potrà dare ordine ai processi, ma non governare.

Le due virtù per essere un buon imprenditore (o manager o capo) sono l’amore per i sottoposti e l’umiltà:

Non si può governare senza amore e senza umiltà! E ogni uomo, ogni donna che deve esercitare la sua professione da capo deve porsi almeno queste tre domande:
– cosa faccio per essere utile ai miei collaboratori?
– sono capace di ascoltare tutti con umiltà’?
– utilizzo le loro diverse opinioni per scegliere la migliore strada?

Nessuna inquietudine.

Hai paura di non poter essere un buon rivoluzionario? In passato pensi di aver commesso molti errori?
Stai sereno: succeda quel che succeda nella tua vita o nel mondo che ti circonda, non dimenticare mai che l’importanza degli avvenimenti o delle persone è assai relativa.

Stai calmo: “lascia correre il tempo; e poi, vedrai da lontano e senza passione i fatti e la gente, acquisterai il senso della prospettiva, metterai ogni cosa al suo posto secondo la sua vera dimensione. Se agisci in questo modo, sarai più giusto e ti risparmierai molte preoccupazioni”. (Josemaria Escrivà – Cammino, 702)

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