Ci siamo lasciati svuotare di senso e siamo stati riempiti di cose.
Questo svuotamento-riempimento rappresenta il massimo sviluppo dell’attuale economia di mercato.
Infatti quella che era stata per almeno due secoli una esperienza elitaria di un ristretto numero di persone, oggi è diventata una religione di massa, grazie allo spostamento del baricentro etico del capitalismo dalla sfera della produzione a quella del consumo.
A essere ‘benedetto da Dio’ non è più colui che produce, ma colui che consuma.
Gli eletti del mercato, oggi sono quelli che possono consumare i beni, non più quelli che li producono lavorando.
Alla bella figura dell’imprenditore-costruttore-generativo ci stiamo abituando alla figura del manager-consumatore-distruttore, che è tanto più osannato quanto più alto è il suo bonus di fine anno.
Mi chiedo: cosa è diventato oggi il lavoro?
Esiste ancora il lavoro?
Il lavoro sembra essere uscito di scena, relegato tra i ricordi del passato e delle sue utopie (dignità della persona).
Purtroppo mi sembra che il lavoro oggi sia diventato solo un mezzo per aumentare i consumi, grazie a una finanza sempre più amica del consumo e nemica del lavoro, dell’impresa e dell’imprenditore-lavoratore.
Quando lo spirito imprenditoriale era centrato attorno alla produzione e al lavoro, coi trovavamo difronte ad un capitalismo essenzialmente e naturalmente sociale.
Perché lavorare e produrre sono azioni collettive, richiedono cooperazione, mutualità.
Il lavoro è sempre stato il primo mattone delle comunità della società.
Ma cosa è accaduto spostando l’asse del sistema economico e sociale dal lavoro al consumo? Che la società, la comunità, ha messo al primo posto all’individuo.
Il consumo è diventato sempre più un atto individuale, perdendo progressivamente quella dimensione sociale pur legata alla sfera economica.
Anche i nuovi grandi luoghi del consumo perdono presenze. Perdono l’incontro tra le persone. Abbiamo iniziato lasciando le botteghe nel quale coltivavamo una relazione anche di amicizia con il nostro fruttivendolo, macellaio, salumiere pescivendolo, giocattolaio, ecc… Oggi l’atto di consumo perfetto è diventato l’acquisto online, dove il prodotto cii raggiunge a casa senza che tra me e l’oggetto del desiderio si inserisca nessun altro essere umano (possibilmente neanche il trasportatore se ci facciamo consegnare le cose in un box di ritiro).