Bari, martedì 2 ottobre 2007 – ore 19:30
Politecnico, Aula Magna Attilio Alto – Via E. Orabona, 4
Incontro con il
Cardinale Julián Herranz
che rievoca oltre 50 anni di intensa e profonda attività sotto la direzione di
Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e attualmente Benedetto XVI.
Il Cardinale Julián Herranz Casado a Bari: “dobbiamo andare controcorrente per non essere trascinati in basso”.
Il 2 ottobre il Politecnico di Bari è stato teatro di una brillante conversazione tra il Direttore delle Edizioni ARES, Dott. Cesare Cavalleri ed il Cardinale Julián Herranz Casado, Presidente della Commissione Disciplinare della Curia Romana nonché Presidente emerito del Pontificio Consiglio per i testi legislativi. La data scelta per gioire di tale evento è significativa, infatti, il 2 ottobre di 79 anni fa san Josemaría fondava l’Opus Dei.
L’incontro ha permesso all’auditorio di condividere accanto al porporato mezzo secolo di storia. Roberto Lorusso, che ha organizzato l’evento, ci spiega a cosa dobbiamo l’iniziativa che ha portato il Cardinale Julián Herranz Casado a Bari.“Con il Direttore della Residenza Universitaria del Levante abbiamo pensato di fornire alla città di Bari una opportunità per accrescere il proprio bagaglio culturale ed il proprio desiderio di bene comune e questo mediante il contatto diretto con figure di grande spessore. Il Cardinale Herranz incarna tutto questo. Testimone vivente di questi ultimi cinquanta anni di storia che non possiamo circoscrivere all’interno della Chiesa Cattolica ma che dobbiamo certamente estendere alla realtà universale.”
Le intense testimonianze del Cardinale sono racchiuse in un suo recente libro – Nei dintorni di Gerico, Ricordi degli anni con san Josemaría & con Giovanni Paolo II, Edizioni ARES – che abbraccia i pontificati di Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Il titolo trae ispirazione da un appunto personale del Cardinale che in una notte del 1999 a Gerusalemme scriveva: “Da un arbusto cresciuto lungo il cammino di Gerico ho tagliato un piccolo ramo, per toccare con esso l’urna dove riposano a Roma le amatissime reliquie dell’uomo che è stato lo strumento di cui Dio si è servito perché la mia anima nelle tenebre acclamasse a Dio, lo incontrasse alla fine, si innamorasse di Lui e lo seguisse”.
Il volume del Cardinale Herranz è stato l’occasione per aprire la serata e ripercorrere alcuni momenti storici significativi a partire da quel 6 ottobre 2002, giorno in cui Papa Giovanni Paolo II procedeva alla canonizzazione del fondatore dell’Opus Dei. Il Cardinale Herranz ha raccontato le sue emozioni di quel giorno. “Erano le cinque del mattino e la Piazza San Pietro si stava già riempiendo. Ho pensato alla traccia immensa lasciata all’umanità. Nei santi si rispecchia Cristo e san Josemarìa era innamorato di Cristo ed appassionatamente innamorato del mondo. A volte, purtroppo, i media abbassano il livello di bellezza presente nel mondo.”
Il porporato ha vissuto in stretta vicinanza anche con Papa Giovanni Paolo II ed ha sottolineato che pur nella diversità che caratterizzava la personalità di Wojtyla e quella di Escrivà, i due santi erano accomunati dallo “stesso carisma, che è il carisma di Cristo ed è questo ciò che attira la gente. Pensavano di essere Pane di Dio da darsi. È giovane chi sa darsi ed è questo il comune denominatore fra loro.”
Herranz, importante testimone della nostra storia contemporanea, si è soffermato sull’influenza che il ’68 ha avuto e continua ad avere nella società civile. Ha sottolineato l’importanza di risalire la corrente per difendere la dignità della persona umana, di fronte all’utopia totalitaristica della “giustizia senza libertà” e all’utopia agnostica della “libertà senza verità”. Bisogna “ribellarsi contro l’onda anticristiana e antiumana, contro l’onda del materialismo marxista, contro l’onda del neopaganesimo rivestito di laicità, ed infine contro l’onda del pansessualismo”. “Dobbiamo andare controcorrente per non essere trascinati in basso. La gente è più buona di quello che emerge dalle descrizione che ne vengono fatte sui media”.
Siamo sotto il pontificato di Benedetto XVI, il Conclave che ha portato all’elezione di Ratzinger è stato uno dei più brevi della storia ed il Cardinale Herranz ci ha spiegato il perché. Si è parlato di “quadruplice legittimità”: il prestigio intellettuale del grande teologo; la legittimità istituzionale del Prefetto della Congregazione per la dottrina della fede e Decano del Collegio Cardinalizio; la legittimità romana in quanto membro della Curia da tanti anni; e la legittimità wojityliana dell’uomo di fiducia di Giovanni Paolo II. A queste riconosciute quattro, Herranz aggiunge la legittimità spirituale di un sacerdote di profonda vita interiore e di vibrante spirito apostolico.
L’incontro si è chiuso con una riflessione sull’attuale condizione della Chiesa in Cina. “Lì i religiosi vivono una realtà critica, sono costretti alla clandestinità, ma mettono a frutto una virtù poco praticata in Occidente, la pazienza.”
L’atmosfera del Politecnico era calda e silenziosa, i cinquecento ospiti hanno ascoltato rapiti i messaggi di fiducia e di speranza che il Cardinale Julián Herranz Casado ha infuso con le sue parole.