Il Papa emerito Benedetto XVI ci ha parlato più volte del relativismo quale nuova dittatura del nostro tempo.
Alla faccia della ricerca della libertà di culture ed espressioni, il frutto del relativismo è il pensiero unico che tutti respiriamo, soprattutto a causa della pervasività dei media.
Ha recentemente dichiarato la filosofa Paola Ricci Sindoni:
«Il relativista predica – per così dire – la validità di tutti i punti di vista, ma poi finisce per imporne uno su tutti gli altri, tacciando immediatamente di intolleranza chi tenta di trovare, per via razionale, una qualche legittimità morale o valoriale. Il relativista non vuole né convincere della bontà del suo orizzonte di senso, né farsi carico delle differenze; insomma, non gli interessa il dialogo».
Il pensiero prevalente oggi è il pensiero unico del “non dialogo”.
«l pensiero unico è il pensiero dell’identità, è il pensiero che non ammette spazi esterni a se stesso, perché anche le argomentazioni razionali vengono squalificate come “credenze”».
Poca importa se ci sforziamo di offrire motivazioni alle nostre posizioni, se la logica è uno strumento valido per tutti: purtroppo con il relativismo è il dialogo stesso a non essere più accettato.
«Paradossalmente il relativismo culturale, anziché ampliare una società complessa abitata da famiglie valoriali diverse, diventa una forma di dogmatismo, perché non accetta alcuna risposta».