Una notizia molto interessante da non sottovalutare e che fa comprendere la cecità di tutti, dico tutti, quelli che governano.
Il PIL è solo quello becero del volgare scambio delle merci e dei distastri dell’uomo. Il PIL che contine valore, non conta per l’economia Italiana (ed anche del mondo). Gli economisti vogliono le donne in attività di impresa e del mondo delgi affari.
Tanto il futuro della nazione (i giovani ed i bambini di oggi) è nelle mani delle baby sitter (meglio se non conoscono l’italiano).
Ottant’anni e non sentirli, o quasi. Perché la voglia di impegnarsi, in famiglia e fuori, è ancora tanta: «L’obiettivo di conciliare i tempi dedicati dalla donna alla casa e a un’occupazione è ancora lontano, così come il riconoscimento sociale ed economico del lavoro di cura», osserva Tina Gallinari Leonzi, moglie, madre di tre figli e nonna, fondatrice e presidente del Moica.
Che rivendica il ruolo cruciale di circa 5 milioni di cittadine in Italia: «Le casalinghe hanno una notevole capacità amministrativa e manageriale all’interno della famiglia; se i politici imparassero da noi, forse il debito pubblico italiano sarebbe inferiore», dichiara convinta. E ci tiene a snocciolare alcune cifre: «Studi recenti stimano che il contributo annuale dato dal lavoro familiare delle casalinghe sia pari a 439 miliardi di euro solo per il nostro Paese: il 32,9% del Pil, quindi un terzo della ricchezza prodotta».
Un patrimonio ancora da valorizzare, quello delle casalinghe. Per questo la presidente del Moica rivolge un appello al Parlamento: «Le leggi in vigore hanno bisogno di modifiche sostanziali, soprattutto in tema di trattamento previdenziale e prevenzione, e di copertura degli infortuni domestici».
Maggiori tutele, quindi, per coloro che «rappresentano un anello di congiunzione con il sistema dei servizi. Lo Stato, ad esempio, non dovrebbe dimenticarsi delle casalinghe vedove». Tuttavia alcuni spiragli si stanno aprendo: «Durante la Conferenza nazionale della famiglia, svoltasi a novembre a Milano, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi mi ha assicurato il suo interesse perché venga riconosciuto il lavoro familiare, come contributo al benessere e al progresso della società» «Ma non chiediamo soltanto – ci tiene a precisare Leonzi – . Nel nostro Statuto c’è molto di più che una rivendicazione settoriale». L’associazione, infatti, chiede alle aderenti di ‘uscire’ e cimentarsi in vari ambiti. La creatività non manca, vista la mole di iniziative realizzate e in cantiere; tra le ultime ad aprire i battenti, quella del Punto famiglia di Borgo Wuhrer, a Brescia, realizzato con il Forum delle associazioni familiari: un nuovo spazio per offrire a genitori e figli ascolto, confronto e orientamento ai servizi comunali.
La presidente del Movimento casalinghe rilancia la sfida: previdenza e copertura degli infortuni tra i nostri obiettivi
Una notizia Da Leonzi (Moica) – avvenire 3 dic 2010