Ho detto basta ai ”social network”.
Lo scorso mese di luglio 2016 ho detto basta ai social network. Ho iniziato cancellando le “app” dal mio smartphone e poi ho provveduto a cancellare i miei profili da Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram.
Ti stai chiedendo perché, vero? Quasi non ci credi.
I primi amici che mi hanno chiamato, mi hanno dato del pazzo e sono rimasti esterrefatti dalla semplicità con la quale avevo buttato via circa 8.000 contatti (comprendi anche tu che non si possono definire relazioni ne tantomeno amicizie).
Niente profitti a mie spese.
Ho detto basta ai social network in primo luogo perché non intendo più arricchire le imprese (società di capitale) che sono proprietarie dei singoli “social network”. Come saprai la patrimonializzazione ed il valore sul mercato di queste compagnie sale a dismisura giorno dopo giorno grazie a quello che noi tutti pubblichiamo.
Lo studioso Marshall McLuhan in un suo libro (1) ha ricordato una frase di Archimede: “Datemi un punto d’appoggio e solleverò il mondo” e poi ha precisato che oggi, facendo riferimento ai social network avrebbe detto: “Mi appoggerò ai vostri occhi, ai vostri orecchi ai vostri nervi e al vostro cervello, e il mondo si sposterà al ritmo e nella direzione che sceglierò io“. Noi abbiamo ceduto questi punti d’appoggio a società private.
Siamo difronte ad un gruppetto di grandi industrie che governano di fatto (più o meno palesemente) il flusso degli utenti (con metodologie non sempre trasparenti) verso i loro obiettivi di profitto.
Loro ci usano, loro vendono a terzi il nostro profilo di consumatore (grazie a quello che noi come “sciocchi” pubblichiamo), loro si arricchiscono e molte altre imprese fanno profitti grazie al nostro desiderio di “condividere”. Noi lavoriamo gratis per loro.
I social network si sono ridotti in un chiassoso e rissoso condominio, diffondendo un sovraccarico di notizie e immagini (in molti casi assolutamente privati di una profonda intimità) che anziché aprire dialoghi sono soliloqui in cerca di auto-affermazione e popolarità.
Ho imparato a mie spese che essere parte della società dei consumatori mi ha trasformato in un prodotto di consumo. Io voglio restare ad essere una persona.
Ti consiglio di ascoltare con attenzione le parole contenute in questo video di soli due minuti dal titolo: La vita degli altri. Ti ricorda qualcosa? Forse un vecchio film. Quello che ascolterai può farti riflettere su come abbiamo ceduto gratuitamente la nostra “privacy” al “mercato”.
Se gradisci conoscere il pensiero più profondo ti consiglio, vivamente, di leggere un libro di Zygmunt Bauman e David Lyon, dal titolo “Sesto Potere”
che in sintesi dice: i social media sono un prodotto della frammentazione sociale, e viceversa sono lo strumento della modernità liquida che mira a distruggere quello che rimane delle reti e legami sociali.
Ma esiste un altro motivo: voglio dare un buon esempio ai miei figli.
Dice Bauman: I teenager muniti di confessionali elettronici portatili non sono che apprendisti che si formano e vengono formati all’arte di vivere in una società-confessionale, una società contraddistinta dal fatto di aver cancellato il confine che separava un tempo pubblico e quello privato, di aver trasformato l’esibizione pubblica del privato in una pubblica virtù e in un pubblico dovere e di aver spazzato via dalla comunicazione pubblica tutto ciò che non si lascia ridurre a confidenza privata e tutti coloro che rifiutano di confidarsi.
In ultimo? Ma non come ultimo…
Scusa ma non te lo dico.
Se desideri sapere il motivo più profondo, scrivimi.
Roberto
PS: alcuni amici mi hanno già detto che non dovevo cancellare i mie profili perché i social network sono di fatto solo uno strumento e basta saperne fare un buon uso. Tu cosa ne pensi? Lascia di seguito un tuo commento.
(1) Gli strumenti del comunicare, pag. 75, Garzanti editore, 1974.
Ciao Roberto. La tua decisione non mi stupisce, anzi. Condivido quasi completamente le tue riflessioni sul mondo dei social network. Ti manderò un mail con i miei pensieri in proposito.
Ammiro la tua scelta,su molte cose la penso come te.Non sono per fortuna un accanito fan di social n.Penso sia importante l’uso che ne fai e come lo fai.Vedo tante persone che ci passano le giornate a rimbambirsi con amicizie virtuali,a sparlare,andando a curiosare sulla vita privata degli altri.C’è il rischio di perdere il contatto con la realtà,di non sapere e non poter apprezzare il gusto di un’amicizia.Parlar male degli altri a prescindere sembra diventata la normalità,si parla senza prima approfondire le notizie,sembra sia una droga a cui non si possa fare a meno.Complimenti per la scelta,ma per ora continuo con le mie idee ad essere fuori da certe logiche a combatterle e a coltivare amicizie vere.Buona fortuna
Sono d’accordo con te Roberto.
Già non frequento più i social da tempo, per gli stessi motivi.
Hai avuto coraggio. Complimenti.
Sono convinto che ben presto seguirò il tuo “impopolare” esempio.
Assolutamente d’accordo !!
ti dirò, forse per una volta ci sono arrivato anche prima degli altri non avendo mai avuto un profilo cd “social” avendo sempre pensato quello che ho letto nell’articolo.
Forse ci può stare l’affermazione che l’utilità del profilo social sta nel saperlo usare, ma andrebbe pure gestito da chi non fa profitti ma usa il sistema per gestire informazioni di pubblica utilità o cose similari.
In tutto questo ti auguro serene giornate di riposo,
v.b.
Anche io da qualche tempo ho verificato che i social network producono abbondanti pettegolezzi, scambio di inopportune confidenze, commenti infondati o inappropriati e anche alcune volte volgari, ecc. Ho avuto la tentazione di cancellarmi ma sono rimasto solo per poter avere la percezione dell’evoluzione del degrado in cui ci stiamo inabissando.
Caro Roberto,
in vita mia ho utilizzato un solo “profilo”: quello “greco”. 😉
Anche se un po’ tardiva, condivido appieno la tua scelta.
La voce del pensiero dovrebbe essere un canto spontaneo mosso dall’osservazione del creato e non un karaoke imposto da mode e propagande subdole subliminali altamente ingannevoli.
La capacità creativa in ogni epoca ha generato nei luoghi più isolati oggetti comunicativi che perforano l’universo e il tempo.
Nel silenzio armonico della meditazione non più in uso si scopre l’essenza della vita ed il valore di ogni suono che il vento porta a chi ha voglia di ascoltare.
Guai a farsi distrarre da spot e banner.
Caro Roberto, condivido appieno la tua decisione. Del resto non ho mai avuto alcun profilo su nessun social network….
Quindi “ben tornato” tra di noi che ce ne “fottiamo” delle mode e delle tendenze e cerchiamo di ragionare con la nostra testa (che è già una gran fatica…).
Forse servirà a poco ma resteremo in pace con noi stessi e forse qualcuno seguirà il nostro esempio.
Un grande abbraccio.
A presto.
Roberto carissimo,
pur condividendo il motivo che ha animato la tua scelta non sono d’accordo sul mettere al bando i social networks. Sarebbe una battaglia persa in partenza. Ormai facebook, google+, ecc, fanno parte del nostro quotidiano e sono strumenti utili per comunicare, creare relazioni ed accorciare le distanze spazio-temporali. Certamente tali strumenti (come qualsiasi altro mezzo di comunicazione) portano con sé il rischio di un utilizzo improprio
Tuttavia ritengo che la prossima conquista di una privacy sempre più tutelata e di un uso responsabile e consapevole dei social.
Riguardo al “rissoso condominio”, all’uso compulsivo dei social ed al sovraccarico di informazioni, mi piace citare una frase dello storico Ammiano Marcellino che qui calza a pennello: “La libertà non è una pazza licenza nè deve essere temerarietà: essa è piuttosto una religione cui tutti devono attenersi”. Ciao, Marco
Condivido non per la logica commerciale che li sottintende(in quanto a quella non si sfugge in nessun caso ,il solo usare I motori di ricerca comportano questo)ma solo perche sono appunto rissosi condomini e sopratutto fonte di pettegolezzi,
Chi scrive non e ‘mai stata iscritta a nessun social .Angela Cuscito
Io ritengo che, come in tutte le cose, esistano anche le soluzioni di compromesso. Io ho scelto un solo social network limitando “le amicizie” (se così vogliamo chiamarle) solo ai parenti, agli amici veri, ai colleghi di lavoro con i quali ancora intrattengo rapporti, a persone con le quali condivido interessi. Certo, anche così, a causa delle attività che ho svolto nella mia oramai lunga vita, ho rapidamente superato il centinaio di contatti. Niente a che vedere con i numeri da te citati. Poi ho cominciato con qualche cancellazione. Ho tolto tutti quelli che utilizzavano il social network per fini commerciali, per fare propaganda politica, per coinvolgermi nelle proprie crisi mistiche. Penso così facendo di aver raggiunto un discreto equilibrio. Certo, lo so, vengo anche utilizzato come target per pubblicità ma questo mi succede anche quando guardo un canale televisivo di Berlusconi!! Ciao.
Utilizzo Fb per comunicare con un selezionato gruppo di amici per far conoscere il mio pensiero su argomenti e avvenimenti di interesse comune.
Non accetto richieste di amicizia e sono molto selettivo.
So ed é evidente che sono e siamo usati, ma so anche che le ricerche di mercato sono state fatte, con altri strumenti e modalità, molto spesso anche prima dei social.
Per quanto riguarda l’uso sgradevole che molti ne fanno, purtroppo, é ancora una volta la conseguenza di maleducazione, cattivo gusto, non cultura ovvero ignoranza. Non é da addebitarsi allo strumento!
Non ho mai messo il mio cervello al servizio di terzi. Non mi sono mai iscritto ad alcun social network
Questa volta hai centrato.Sono mesi che voglio fare altrettanto.I social sono diventati dei veri e propri gossipari.(lasciami la liberta’ di espressione).
Ho sempre pensato e sin dall’inizio che saremmo arrivati a queste conclusioni, anzi sareste, visto che ho sempre evitato di iscrivermi a qualunque social network. Le mie reti di contatti ultra trentennali sono solide e salde con strumenti più umani e riservati, prima fra tutte una periodica stretta di mano. Sono antiquata? Pazienza.
Non posso che condividere il tuo pensiero e ti sarò grata se vorrai farmi conoscere l’ultimo motivo. Annamaria
P.S. Le nostre colpe di genitori distratti verso questi strumenti saranno ancora più evidenti con i nostri nipoti….
Condivido a pieno tanto da essere un al momento un limitatissimo frequentatore.
Scarsi mi piace e sparutissimi commenti.
Ma non ti nascondo che lo ritengo utile per capire i caratteri di chi non ho direttamente probabilità di incontrare.
Ciao Roberto,
Pur condividendo le motivazioni, anch’io penso che escludersi non risolve.
Ci sono strumenti che possono essere usati a fin di bene o di male, cosa importante è di cercare di essere consapevoli.
Demonizzare senza viverla, si rischia di rimanere teorici poiché si perderebbero le evoluzioni.
Hai perfettamente ragione. Anche io sono arrivato alla stessa conclusione sin dal primo invito ad associarmi a qualche social. Perché andarmi a presentare quasi nudo a delle persone che non conosco, e quante sono? Gli amici me li trovo per conto mio e poi posso contare su di loro e li vedo in faccia, il che non è una cosa secondaria. Perciò non mi meraviglio della tua decisione e plaudo alla tua pubblicità di “tirarti fuori”. Shaun mi piace e immagino che l’hai messa tra le immagini per ricordare che non vuoi far parte del “gregge”. Un abbraccio e auguri per la prossima mossa. Ugo
Ciao, Roberto.
BEN FATTO. La tua decisione mi fa assolutamente piacere; pensa che la mia frequentazione di ‘Facebook’ (gli altri non so nemmeno cosa siano) si può riassumere nella consultazione di qualche pagina, che per contarle bastano le dita di una sola mano. Sono sempre dell’opinione che non sia una cosa positiva (s)pubblicare le proprie cose per consegnarle nelle mani di altri grandi, MA MOLTO GRANDI, fratelli (ce ne sono già a sufficienza).
Se ho da condividere qualcosa con qualcuno, preferisco un incontro faccia a faccia.
A presto, Mimmo.
Non ho mai partecipato a nessun social perché ho capito da sempre la loro assurda realtà.
Ciao Roberto, …. dai dimmelo !!
Penso che i tuoi amici abbiano ragione, ma penso anche che tu non abbia intenzione di abbandonare, ma semplicemente di verificare chi è davvero interessato al tuo lavoro.
Se così è, fai bene. Quanto ail tuo impegno, te ne sono grato.
Spero che prima o poi ci sarà ancora occasione di incontrarci.
A presto. Sandro
Carlo Roberto,
Ho tentato di rispondere ma penso che per la mia crassa ignoranza nell uSo dei mezzi elettronici non sia riuscito a farti giungere il mio commento.Lo riscrivo dunque.Non mi sembra saggio che tu rinunci a dare il contributo delle tue idee a una così vasta platea di followers,forse anche per motivi didattici potresti limitare i tempi di impiego del computer.
Ciao Roberto, non sono totalmente d’accordo…. io credo, che utilizzato con parsimonia, un social può sempre tornare utile. In tutti i casi il tuo pensiero è di grande impronta pertanto ne faccio comunque tesoro.
Grazie
Caro Roberto, non sono totalmente d’accordo… credo che i social, utilizzati con parsimonia, possano comunque semplificare e velocizzare alcuni processi lavorativi. In tutti i casi faccio tesoro di questo tuo pensiero, che ha evidentemente, un grande valore.
Grazie
Mi permetto di rispondere offrendo alcune nostre riflessioni ( di mio marito e mie ) a riguardo:
condivido le perplessità/nausea per gli abusi ed uso distorto/eccessivo dei social, ma non si può non rilevare che:
– laddove i mass-media classici ( come giornali, tv, radio ecc ) sono sempre più in mano ai potentati di turno tanto da farci assuefare a guerre ed ingiustizie di ogni sorta e riuscire a manipolare la realtà, le verità, le coscienze ed il voto, spesso i social possono e dovrebbero rappresentare una valida alternativa atta alla libera circolazione delle idee e del dissenso ove necessario;
– come tutto nella vita ogni cosa ed ogni mezzo di comunicazione non è buono o cattivo a priori bensì è l’uso oculato o meno che lo rende positivo o negativo.
Certo non è facile trovare e mantenere il giusto equilibrio, ma è bene provarci senza assolutizzare.
Per le tue stesse motivazioni non ho mai voluto aderire a social tipo facebook, intstagram ecc
Sono iscritto a Linkedin (mi è sembrato di capire che fosse più un professional nertwork piuttosto che un social, anche se ancora non ho capito bene come funziona linkedin.) e uso wattsup per comunicare con la mia famiglia e con qualche gruppo che io stesso mi sono creato. Lo trovo pratico ed immediato e non penso che abbia i difetti dei social. .
Quindi condivido la tua scelta.
Biagio
Penso che i social network siano, come ogni strumento tecnologico, utile all’unire persone anche lontane, ma come ogni cosa, se viene utilizzata senza moderazione, risulta essere dannosa.
Roberto ho letto il tuo articolo che spiega le motivazioni principali per le quali hai abbandonato i social networks ….
Le condivido tutte …. ma non mi sembrano abbastanza …
In fondo è come dire che siccome l’auto inquina, fa arricchire produttori e petrolieri, facilità il trasporto individuale e favorisce quello pubblico non abbia i suoi vantaggi, non sia profondamente connaturata all’essenza stessa dell’uomo moderno (non contemporaneo ma moderno).
Il paragone con l’auto mi offre l’occasione di rendere più semplice la motivazione più profonda che non fa giungere alla tua stessa conclusione pur condividente le motivazioni.
I social rappresentano nonostante tutti i difetti che hai correttamente evidenziato la forma multimediale della società attuale. Una società che vive a ritmi insostenibili, frammentata e liquida come la definisce Bauman, con i bambini che imparano ad usare gli smartphone fin dal primo anno di vita (magari perchè i genitori non hanno tempo da dedicare …) … ma che è questa … da correggere forse totalmente ma che difficilmente si riuscirà a cambiare senza usare i suoi linguaggi e i suoi mezzi.
Grazie per gli spunti di riflessione che mi dai.
Ciao
Francesco
Caro e nobile amico, come sempre, hai il senso delle cose e la possibilità di farci riflettere … Continua così e quelli come me saranno contenti.
Il resto è noia!
Ci sentiamo presto
Vito
Ti faccio rispondere da un mio saggio e sapiente compagno di classe(è magistrato al Consiglio di Stato a Roma):
“È vero, internet, i social, la virtualità possono deformare la percezione della realtà, e bisogna evitare il solipsismo che può esserne l’effetto collaterale più pericoloso.
Eppure, a saper discernere, che in fondo la vita è tutta saper discernere, separare grano e loglio, distinguere tra sincerità e ipocrisia, verità e propaganda, rimangono i mezzi più formidabili mai dati per conoscere, esplorare e scoprire. Anche e sopratutto le persone.
Se l’orizzonte diventa troppo ampio e indistinguibile non è colpa dell’orizzonte, ma degli occhi che non sanno mettere a fuoco.”
Carissimo,
leggo sempre con piacere ed interesse le Tue sempre precise e puntuali considerazioni riguardo problematiche di costante attualità, che quasi sempre arrivano a toccare il cuore di ogni persona di sane radici cristiane o di positive virtù umane.
Riguardo alle osservazioni espresse nei confronti dei “Social network”, condivido in tutto il Tuo pensiero, tranne la decisione di aver cancellato i Tuoi profili da Facebook, Twitter, etc.
Anch’io ho un profilo Facebook e Linkedin ma li utilizzo per rispondere o mettermi in contatto con alcune persone che conto nelle dita di una mano. Non li utilizzo pertanto per fare “filosofia” o “condominio” ma per portare a conoscenza gli amici di fatti, eventi e/o accadimenti (NON opinioni quindi) verificatisi, che potrebbero essere loro sfuggiti o rimasti ignoti.
Diversamente, come del resto hai ben evidenziato, si scadrebbe in un “rissoso e chiassoso condominio”.
Certamente 8000 contatti fanno perdere la dimensione umana; 50 contatti al massimo, invece, possono essere gestiti con sana produttività e amicale sentimento.
Un caro saluto.
Antonio.
Concordo.
Dopo pochissimo cancellai il mio profilo Facebook.
Ho solo quello Linkedin, la cui utilità non mi è ancora chiara (!).
Tutto il resto dei social per me non esiste, se non una telefonata,
un appuntamento, un incontro per un saluto di persona.
Questa è la mia identità sociale: stare con le persone, di persona.
Ti abbraccio.
Ciao
Luca
Caro Roberto,
Grazie per l’articolo….sono 100% d’accordo con te!!
Buone vacanze anche a te,
Nicola
Ora che Papa Francesco ha legittimato con le dovute correzioni l’uso della rete per la comunicazione! Il fatto di avere da parte tua 8.000 contatti registrati pone il problema di dedicarsi alla comunicazione, spesso non finalizzata a niente.
E tu sei scoppiato, dall’assoluto alla morte, dal mito all’overdose. E’ vero quel che tu dici, ma non individui la debolezza di questi nuovi strumenti : il consumismo delle popolazioni mediatiche può portare ad indirizzarsi sempre verso altre novità. L’uomo tende sempre a dissimulare le proprie convinzioni. E’ come il referendum sulla Brexit. Anche questo che usi è un sistema di comunicazione moderno, peccato manchino foto e filmati. Puoi pubblicare una tua dichiarazione alla Beppe Grillo sul NO alle Olimpiadi di Roma. Ti prometto che la visionerò per intero
Carissimo Roberto, anch’io vivo bene e informato lo stesso senza avere un mio social ( Facebook, Twitter, Linkedin, Instagram). Purtroppo viviamo nella società dell’apparire, del superficiale, del pettegolezzo. Ho imparato a difendermi da tutti questi strumenti in modo semplice: quando riposo spengo il telefonino; se sono in riunione per molto tempo lo spengo ugualmente. Alcune notizie varie le leggo soltanto di sera a letto quando sono stanco. Durante il giorno non ho alcuna app di notizie. La Rassegna stampa giornaliera la leggo di sera a letto. Come vedi anch’io da tempo ho seguito il tuo esempio senza alcun problema. Stiamo preparando Notti Sacre e quest’anno la Rassegna ha come titolo una frase della beata Elia di san Clemente, la beata barese: \”ho sete di silenzio\”. Magari un po’ più di persone andassero alla ricerca del silenzio, vivremmo più felici. Un abbraccio don Antonio Parisi
Io sono pienamente d’accordo con te Roberto i social sono solo un surrogato della società e anche io mi sono tolto da tutti i social perché voglio vivere guardando le persone in faccia.non andare in giro come zombi con telefonini in mano per accaparrarsi un mi piace.la vita per me non è questa.i social non servono a nulla.
ciao, scopro per caso questo articolo e vorrei creare un network di diffusione globale di questo orientamento, credo fermamente che potrebbe riunire moltissime teste libere e forse migliorare qualcosa, se non altro creare una forza contraria al trend…consigli ?
Mai iscritta ad alcun “a-social” network e mai lo sarò.
Sono strumenti sintomo di una patologia che si chiama narcisismo, correlata da una forte dose di mancanza di autostima.
Qualcuno dice che li frequenta SOLO per far conoscere il proprio pensiero a una ristretta cerchia di amici….se sono amici li si frequenta, ergo possono conoscere il punto di vista dell’amico. Diciamo pure che si trattava di una banalissima scusa per giustificare la propria presenza all’interno di questi “luoghi di distruzione di massa della capacità di ragionare e dei rapporti umani”.
Roberto sono d’accordo con te in tutto e per tutto chi vuole viene a trovare a casa