Penso che quello che stai per leggere possa essere una buona occasione di apprendimento: inizio da cosa dicono i dizionari del termine audacia (audere: osare), e di chi è audace:
– Temerarietà di un’azione: l’audacia di un’impresa.
– Coraggio, ardimento di chi osa sfidare il pericolo: l’audacia di un guerriero.
– Sfrontatezza, insolenza: ha avuto l’audacia di farmi una proposta del genere.
– Una persona coraggiosa che sa osare, un buon combattente: audace.
– Chi affronta impavido il pericolo, coraggioso: navigatore audace.
– Carattere provocante, scabroso, sconveniente: audace.
– Una cosa che richiede coraggio, rischiosa: audace.
– Un temerario: che gesto audace!
– Eccessivo, provocante, sfacciato: non ti sembra un po’ audace questa proposta?
– Di ardita originalità, innovatore, nuovo: idea audace.
– Carattere fortemente innovativo, rivoluzionario di qualcosa: l’audacia di un creativo.
Ho anche letto che:
1. Essere audaci non significa agire con imprudenza o l’essere irresponsabile o incosciente. L’audacia non è banale coraggio.
2. L’audacia è fortezza, e cioè una virtù cardinale, necessaria per la vita del corpo e dell’anima.
Di certo una virtù difficile da comprendere per quanti si annoverano tra i: rammolliti,
insipidi, impauriti, a volte traditori; ed ancora: miopi, dalla visione limitata, con lo
sguardo sempre per terra.
Esistono anche altre categorie di persone che non si contraddistinguono di certo per
la loro audacia, e sono gli astuti o semplicemente detti: i furbi. Sono quelli che hanno la continua propensione ad evitare i sacrifici, a non fare sforzi oltre quelli consentiti, ad accontentarsi dei risultati a breve e che rinunciano sistematicamente a confrontarsi con obiettivi impegnativi, mete alte o al lungo termine.
La persona audace la si riconosce, invece, dal suo slancio operoso, il suo saper osare con una sana forma di aggressività, o semplicemente con una buona grinta.
E’ tipico di una persona audace pensare ad imprese esaltanti, e sentire la necessità o meglio la responsabilità di fare cose importanti che lasciano un segno senza badare a sacrifici o rinunce personali, con coraggio e intraprendenza.
Ma di quale altra virtù è piena la persona audace, senza la quale potrebbe far poco? La virtù della fortezza, ma vorrei dire meglio di una particolare forma di fortezza che si chiama magnanimità. La virtù delle imprese costose. Una parola ormai in disuso visti gli appellativi e tutti i termini inglesi con i quali siamo abituati a chiamare i personaggi importanti della nostra epoca.
Abbiamo mai sentito in un telegiornale dare del magnanimo a qualcuno? E sulle riviste di management, di politica, ecc.?
E’ stato Aristotele a indicare nel magnanimo la persona che tende verso grandi cose, che cerca gli onori a costo di grossi pericoli e sacrifici. Per questo: “Nel magnanimo non c’è posto per la meschinità; non viene a patti con l’avarizia, non fa calcoli egoistici né si serve di raggiri. Il magnanimo impiega senza riserve le sue forze in ciò che vale la pena; è quindi capace di offrire se stesso”.
Un’altra caratteristica che mi preme sottolineare dell’uomo magnanimo è quella relazionale e di apprendimento. L’uomo magnanimo sa di aver bisogno dell’aiuto degli altri e quindi è portato ad avere fiducia di quanti lo circondano e lo collaborano.
Quando ci rendiamo conto che un gruppo di lavoro, non da buoni risultati è bene chiedersi se tra le persone che lo compongono vi è almeno una magnanima. E sì, perché la magnanimità è virtù contagiosa, e si manifesta proprio nel clima collaborativo che sa far regnare in un gruppo.
Ma torniamo all’audacia. Ultimamente ho capito che:
si può essere audaci per fare cose straordinarie e cose ordinarie;
si può essere audaci per fare cose che finiscono nel nulla e per cose che durano per sempre.
Per questo molti saggi dicono che la magnanimità è ciò che rende “buona” l’audacia.
Sbagliano infatti quelli che pensano che gli audaci hanno in considerazione solo il loro successo personale fatto da imprese grandi. E’ bene “non dimenticare che sulla terra tutto ciò che è grande è cominciato piccolo. – Ciò che nasce grande è mostruoso e muore”.
L’essenza di questa riflessione che sto condividendo con te sta, infatti, nel far comprendere a tutti che le persone che noi definiamo “grandi” non le dobbiamo riconoscere per le parole altisonanti con le quali vengono chiamate, ne per le azioni superlative che hanno compiuto. Ciascuno di noi può essere un “grande” quando, come loro, saremo capaci di rendere possibili i nostri sogni, raggiungere i nostri obiettivi, restando persone semplici, e che hanno imparato a rendere grandi le piccole azioni di tutti i giorni.
L’uomo audace sa di aver bisogno dell’aiuto degli altri di quanto lo circondano . Audace è magnanimità quindi se manca la magnanimità non ci può essere la fiducia di ho lo collabora. La buona riuscita del progetto è la Magnanimità . Non siamo animati di spirito cooperativistico.