Con il tema delle energie alternative si è concluso venerdì 7 dicembre 2007 il ciclo di appuntamenti su Tecnologie e buone prassi per lavorare bene insieme, organizzati da AltaCom NetGroup presso il Metaresort Terranobile di Bari.
L’obiettivo primario dell’incontro, come ha spiegato Roberto Lorusso, consulente per l’innovazione tecnologica e dei processi e amministratore unico AltaCom NetGroup, è stato far maturare negli imprenditori presenti la consapevolezza di ciò che abbiamo fatto, cioè come abbiamo trasformato il mondo, e di cosa possiamo fare per invertire la rotta e innescare un processo virtuoso di buoni comportamenti e buone prassi.
"Poiché coloro che ricoprono un ruolo istituzionale, e che quindi avrebbero la responsabilità istituzionale di pensare a un futuro sostenibile, non prestano adeguato interesse alle tematiche relative alla sostenibilità – ha detto Lorusso -, spetta ai singoli la riflessione, nella prospettiva che da essa scaturisca l’azione contro il sistema di mercato, che ci vuole, ad ogni costo, tutti cattivi consumatori e diffusori della logica dell’usa e getta".
Partendo dal concetto che l’energia è essenziale per lo sviluppo, ma lo sviluppo di oggi non è sostenibile, diventa fondamentale un utilizzo cosciente delle "energie" messe a disposizione dal Pianeta e permettere un futuro migliore per tutti.
Le aziende (ma anche i privati, i condomini e gli enti pubblici) , in quanto consumatrici di energia, possono fare la loro parte assumendo comportamenti socialmente responsabili che costituiscono un vero valore aggiunto. L’attenzione costante al territorio in cui nasce l’impresa, l’utilizzo consapevole e razionale delle risorse per evitare sprechi, guardando alla cultura del riutilizzo, l’attenzione alle persone che collaborano all’interno dell’azienda: in questo consiste la responsabilità sociale dell’impresa.
Un concetto eticamente nobile che paradossalmente ormai alcune aziende utilizzano solo per incrementare la propria immagine e sviluppare il marketing di un business per nulla etico.
Grazie al recente accordo con la E.S.Co. (Energy Service Company accreditata dall’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas) RIENERGIA s.r.l. del Gruppo Serveco, è stato possibile mostrare agli imprenditori presenti i vantaggi economici e "ambientali" dell’uso di fonti di energia rinnovabili quali il fotovoltaico e il termico.
Sulla Terra, nella parte emersa, arriva dal Sole energia sufficiente a coprire 15.000 volte il consumo mondiale di energia ogni anno, perché non utilizzarla in sostituzione di fonti energetiche che tendono a esaurirsi (gas, carbone, petrolio), inquinano e che costano ogni anno sempre di più sia a chi le produce e le distribuisce sia a chi le compra?
Poiché l’Italia con il Protocollo di Kyoto del 1997 si è impegnata a ridurre del 6,5 percento le emissioni di gas serra registrate nel 1990 entro il 2012, il Governo ha deciso di incentivare i cittadini che vogliono passare al fotovoltaico con un finanziamento a fondo perduto erogato per ben 20 anni.
Un’azienda medio piccola coprirebbe i suoi consumi elettrici con un impianto da 35 kWp dal costo di 190.000 euro.
Detto impianto beneficerebbe dell’incentivo statale garantito per 20 anni di circa 20.000 euro l’anno e l’autoproduzione di energia farebbe risparmiare 7.500 euro l’anno.
A conti fatti in 20 anni chi installa un impianto fotovoltaico (al sud) avrebbe addirittura un utile di 453.000 euro, e anche con un finanziamento che aggiungerebbe dei costi passivi dati dagli interessi ci potrebbe essere un utile di 308.000 euro.
Certo non sono tutte rose e fiori. Le insidie che si nascondono dietro all’installazione di pannelli fotovoltaici e agli incentivi statali sono moltissime. Se decidete di installare un impianto fotovoltaico fate perciò attenzione:
– ai "venditori di pannelli", che puntano solo a vendere pannelli e non a fare un impianto davvero funzionale magari con minori kW installati ma con una efficienza maggiore;
– ai "progetti copia e incolla", perché ogni progetto deve essere eseguito in base alle specifiche esigenze della struttura su cui va installato e devono essere prese tutte le rilevazioni , volta per volta;
– alla qualità dei materiali: esistono attenti studi di università italiane, tra cui quella di Urbino, o quella Svizzera, che hanno dimostrato come non tutti i pannelli abbiano una stessa produttività energetica, soprattutto in estate quando il troppo calore riduce la produzione di energia, che non tutti hanno la stessa perdita di resa nel tempo, e soprattutto che non tutti hanno effettivamente le caratteristiche dichiarate sulla carta dai produttori;
– a mancate procedure che possono ritardare l’erogazione degli incentivi, come il mancato collaudo o nel caso di installazione a terra in campagna la necessità di costruire cabine Mt/Bt.