La pandemia ci ha mostrato che le relazioni sono il tessuto del sociale, nel lavoro, nella famiglia nella vita associativa e in tutte le attività con gli altri.
Le relazioni, come qualsiasi tecnologia, sono ambivalenti perché possono generare il bene o il male, e dunque richiedono un’osservazione competente, capace di vederle e gestirle.
«Senza relazioni, il virus non esiste. (questa è l’affermazione introduttiva di Pierpaolo Donati[1] in un recente articolo sul quotidiano Avvenire) Il che significa che le relazioni contano, e contano più del denaro».
Ma come si fa a vivere senza relazioni per non prendere il virus?
Tutti ci siamo rivolti alla tecnologia c’è stata una grande condivisione di informazioni, messaggi, meeting, webinar e conversazioni su internet.
Ma non sappiamo di certo se queste relazioni su internet abbiano rafforzato la cultura delle relazioni. Certamente sono state utili per una necessaria alfabetizzazione delle persone e delle famiglie al mondo digitale (in Italia simao molto indietro rispetto agli altri Paesi europei).
In poche settimane, lo smart working, la didattica a distanza, i diversi servizi su internet, la spesa on line e così via, hanno addestrato le nostre famiglie al mondo digitale. Diversamente avremmo impiegato diversi anni.
Donati però pone un serio problema: «qualcuno potrebbe argomentare che si tratta di un ulteriore passo verso la sorveglianza e la colonizzazione della popolazione».
Nasce spontanea la domanda: di quali relazioni sociali abbiamo bisogno per non farci colonizzare dalla tecnologia o tecnocrazia che si appresta a governare il mondo?
E Donati risponde: «Bisognerà capire come dare più potere e capacità alle persone affinché non diventino ancora di più i terminali di un sistema tecnocratico che tutti sorveglia e tutti condiziona verso scopi non detti, o comunque non decisi dalle persone e dalle famiglie.
[…] Quando la pandemia sarà finita, il posto di questo virus sarà preso da altri agenti patogeni, quelli di una cultura darwiniana che usa consumi e tecnologie per selezionare la popolazione e creare un mondo di fantasmi e di cyborg».
La sida è quindi quella di avviare un altro modello di sviluppo sociale, in
cui la cultura delle relazioni diventi oggetto di una cura
speciale.
[1] Sociologo, membro dell’accademia Pontificia di Scienze Sociali
L’essere umano ha bisogno di relazioni sociali che coinvolgono tutti i sensi, in qualsiasi situazione (famiglia, lavoro, svago). L’uso di strumenti di audio-video conferenza deve limitarsi a casi di necessità e, quando si tratta di lavoro, per brevi riunioni. A meno che non sia il lavoratore a scegliere, il tele-lavoro da casa è inopportuno. Il tele-lavoro sarebbe opportuno solo in aree coperte appositamente attrezzate per limitare gli spostamenti delle persone.