Tristram Stuart era uno studente quindicenne di Cambridge quando si rese conto che il cibo buttato via dai negozi, che lui recuperava per nutrirci i maiali, era ancora fresco e commestibile. Un giorno si accorse che la fattoria vicina gettava le patate appena prodotte perché non erano adatte agli standard dei supermercati. Assaggiò il pane buttato dal panettiere e constatò che era ottimo.
Da allora, la sua vita non fu più la stessa. Perché Stuart, che oggi è un trentenne ricercatore di Storia a Cambridge e scrittore (in Italia è uscito il suo libro Sprechi, edito da Mondadori, da 15 anni si nutre con gli scarti dei supermercati. Cibo considerato da buttare perché vicino alla data di scadenza, e soprattutto per una serie di meccanismi perversi che correggono con il bidone della spazzatura la sovrabbondanza di alimenti nei Paesi “sviluppati”. Mentre l’altra metà del mondo non sa che cosa mettere nel piatto. È questo scandalo che Tristram Stuart, diventato un leader del movimento anticonsumistico freeganism, vuole denunciare quando gira il mondo organizzando mega-pranzi pubblici nelle piazze, a base solo di cibo recuperato dagli scarti della filiera alimentare (due anni fa riuscì a dare da mangiare a cinquemila persone in Trafalgar Square, a Londra). In Italia la filosofia alla base delle azioni dimostrative di Stuart è confluita in realtà come il Banco alimentare Onlus e il Last minute market. Già dal 1989, il Banco alimentare, grazie all’opera di migliaia di volontari, recupera le eccedenze da vari soggetti della filiera agroalimentare e le ridistribuisce gratuitamente ad enti caritativi, dalle mense alle comunità di accoglienza: l’anno scorso in questo modo sono state imbandite le tavole di quasi un milione e mezzo di persone, attraverso oltre ottomila strutture. Diverso è invece il meccanismo del Last minute market, nato da un progetto della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna sulla riduzione degli sprechi. Il “mercato dell’ultimo minuto”, infatti, non gestisce i prodotti invenduti e non ha magazzini né mezzi propri per il ritiro, ma permette l’incontro tra domanda e offerta e si occupa della messa in sicurezza di tutte le fasi del sistema. Si recuperano così tutte le tipologie di prodotto.
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