Cos’è la blue economy e perché si chiama così? C’è qualche relazione con la green economy?
Gunter Pauli così risponde a Paola Fraschini
La green economy è il risultato del duro lavoro, delle strategie e dei sogni di molti di noi. A 30 anni di distanza dobbiamo però renderci conto che, nonostante si siano compiuti considerevoli passi avanti, siamo ancora lontani dall’averla realizzata.
Poi è sopraggiunta la crisi. I consumatori ne hanno risentito, si sono tagliati posti di lavoro e pensioni. La domanda da porsi è: in una situazione di crisi come quella che stiamo attraversando, come possiamo permetterci di sovvenzionare le energie verdi e credere che sempre più persone possano permettersi di pagare di più per prodotti ecologici?
Il problema è che abbiamo fatto del nostro meglio, però non abbiamo raggiunto più dell’1% dei consumatori e appena l’1% di energia.
Questa non vuole essere una critica ma una profonda riflessione su come agire meglio.
Prendere in considerazione tutte le innovazioni pronte per essere messe in atto, in molti casi già realizzate e commercializzate su scala locale, è un modo per modificare radicalmente il modello economico diffuso, e grazie all’introduzione di tali innovazioni ispirate dalla natura sarà possibile trasformare il sistema globale.
Innovando e generando ulteriore reddito, con più valore aggiunto, si creano quindi più posti di lavoro, creando così il capitale sociale, soddisfacendo i bisogni fondamentali di tutti con ciò di cui disponiamo.
Da qui il nome “blue economy”, o se si preferisce “green economy 2.0”. Il pianeta Terra visto dallo spazio è blu, ha un oceano blu e un cielo blu … verde è il colore solo delle piante!