Un incontro piacevole molto apprezzato dai presenti è iniziato con questo video
Di seguito all’intervento del prof. Cristian Mendoza ho mostrato alcune slide con le parole di Papa Francesco che ho tratto dalla sua esortazione apostolica:
La crisi climatica non è propriamente una questione che interessi alle grandi potenze economiche, che si preoccupano di ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili. (Laudate Deum Num.13)
L’origine umana – “antropica” – del cambiamento climatico non può più essere messa in dubbio.
La concentrazione dei gas serra nell’atmosfera, che causano il riscaldamento globale, è rimasta stabile fino al XIX secolo, al di sotto delle 300 parti per milione in volume. Ma a metà di quel secolo, in coincidenza con lo sviluppo industriale, le emissioni hanno iniziato ad aumentare. Negli ultimi cinquant’anni l’aumento ha subito una forte accelerazione, come certificato dall’osservatorio di Mauna Loa, che dal 1958 effettua misurazioni giornaliere dell’anidride carbonica. (Laudate Deum Num. 11)
Il paradigma tecnocratico.
Si tratta di un modo di comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e contraddice la realtà fino al punto di rovinarla. In sostanza, consiste nel pensare come se la realtà, il bene e la verità sbocciassero spontaneamente dal potere stesso della tecnologia e dell’economia. Come conseguenza logica, da qui si passa facilmente all’idea di una crescita infinita o illimitata, che a tanto entusiasmato gli economisti i teorici della finanza e della tecnologia. (Laudate Deum Num. 20)
Fa venire i brividi rendersi conto che le capacità ampliate dalla tecnologia danno a coloro che detengono la conoscenza e soprattutto il potere economico per sfruttarla un dominio impressionante sull’insieme del genere umano e del mondo intero. Mai l’umanità ha avuto tanto potere su sé stessa e niente garantisce che lo utilizzerà bene, soprattutto se si considera il modo in cui se ne sta servendo. In quali mani sta e in quali può giungere tanto potere? È terribilmente rischioso che esso risieda in una piccola parte dell’umanità. (Laudate Deum Num. 23)
Ci vuole lucidità e onestà per riconoscere in tempo che il nostro potere e il progresso che generiamo si stanno rivoltando contro noi stessi. Si può ripetere oggi con l’ironia del filosofo Vladimir Sergeevič Solov’ëv: «Un secolo così progredito che perfino gli era toccato in sorte di essere l’ultimo» (Laudate Deum Num. 23)