Lavoro, Economia ed etica a chiusura del Festival d’autonno a Catanzaro
Nella Sala Tricolore del Palazzo della Prefettura di Catanzaro il mondo della Chiesa ha incontrato quello dell’imprenditoria e non solo
Ripartire dal lavoro e dalle regole per costruire una società giusta che ponga al centro l’uomo in tutte le sue sfaccettature. E’ questo il messaggio condiviso in occasione dell’incontro, promosso ieri presso la sala tricolore del palazzo della Prefettura, che mettendo a confronto diverse voci del mondo dell’università, della Chiesa e dell’imprenditoria ha rappresentato la chiusura ideale della XIII edizione del Festival d’Autunno, diretto da Antonietta Santacroce. Un appuntamento che si è inserito nel ciclo di approfondimenti su temi dell’attualità, come quello del lavoro “ispirato ai principi etici e morali, del quale la nostra Regione ha cosi tanto bisogno per poter crescere”, ha sottolineato la direttrice.
A moderare il dibattito è stato Antonio Viscomi, docente di Diritto del Lavoro e vicepresidente della giunta regionale, il quale ha coordinato i lavori introducendo per primo l’arcivescovo Monsignor Bertolone che ha sottolineato come “in un panorama privo di grandi ideali ed in cui tutto ruota attorno al profitto, l’etica cristiana è chiamata a porre freno alle forze invisibili che regolano l’economia”. Lo scrittore Pippo Corigliano, ribadendo il pensiero espresso nel suo ultimo libro “Siamo in missione per conto di Dio”, ha aggiunto che è importante “santificare il lavoro, santificarsi nel lavoro e, quindi, santificare gli altri nel lavoro perché esiste una connessione tra ciò che si fa e l’amore per Dio”. La relazione tra teologia ed economia è stata al centro anche dell’intervento di don Nicola Rotundo, autore di “Verso una nuova politica economica per l’uomo. La posizione morale di B.J.F. Lonergan”, che ha evidenziato come “la luce della rivelazione può far convivere le due dimensioni andando al di là del solo profitto”. Del resto il finanz-capitalismo ed il neoliberismo non hanno di certo contribuito ad allargare i confini del benessere e, di fronte a questo contesto, l’imprenditore Roberto Lorusso, ha ribadito “la necessità di organizzare le imprese utilizzando nuovi modelli quali ad esempio quello delle Benefit Corporation (uno statuto speciale americano) che potrebbe creare un impatto positivo sull’ambiente e sulla società in tutte le sue componenti”.
La società duc in altum srl guidata da Roberto Lorusso ha nel suo statuto all’articolo 3 il richiamo esplicito alla Dottrina Sociale dell’Impresa. Un’impresa orientata al benessere di quanti vi lavorano e tutte le persone che entrano in contatto con essa.
Il fine del bene comune si può, quindi, raggiungere solo attraverso un’interazione continua tra etica ed economia, ha affermato Martin McKeever dell’Accademia Alfonsiana – Pontificia Università Lateranense di Roma – per far sì che il denaro possa essere ricondotto alla dimensione suggerita dalle parabole delle Sacre Scritture. Ovvero uno strumento “posto al servizio di valori e di ideali”, come ha ricordato in conclusione Pasquale Giustiniani, docente di filosofia teoretica e di bioetica dell’Università degli studi di Napoli.