La conciliazione famiglia – lavoro assume oggi un’importanza cruciale. Molte aziende lo stanno capendo, altre stentano a vederne i vantaggi. Dal punto di vista economico, è stato dimostrato che l’attenzione rivolta ai dipendenti, fornendo loro servizi che vanno oltre la retribuzione, ad esempio asili nido aziendali, ne aumenta le prestazioni. Dal punto di vista sociale, ciò permette ai genitori di spendere più tempo per l’educazione dei figli, senza deleghe a baby sitter o presunte tali.
E allora, ecco che le buone pratiche di conciliazione sono sempre più adottate, come segnalato da Giordano Fatali, presidente HRCommunity Academy, il network che riunisce direttori risorse umane e HR Manager di aziende italiane e multinazionali. L’elenco potrebbe essere infinito, ma preferisco segnalare quelle più significative:
– lavorare part time per i primi tre anni di vita del bambino
– maggiore diffusione del telelavoro, possibile grazie alle nuove frontiere della tecnologia
– servizi tipo mensa e dopo scuola per i figli dei dipendenti.
Fra tre mesi si firmerà l’accordo tra governo e parti sociali sulla conciliazione per i tempi del lavoro e della famiglia, nella speranza che le aziende possano arrivare a questo momento con le adeguate premesse culturali. Prendersi cura dei propri dipendenti vuol dire considerarli non produttori di profitto, ma risorse da valorizzare.