Roberto Lorusso è Presidente del Club UNESCO Bari, associazione culturale senza fini di lucro, aderente alla Federazione Mondiale dei Club e Centri riconosciuti dall’UNESCO (United Nations Educational, Scientific and Cultural Organization), l’organo dell’ONU che si occupa in tutto il mondo di Educazione, Scienze e Cultura.
I Club, i Centri e la Federazione tendono, tramite la loro azione, a rendere visibili sul territorio gli ideali e i programmi dell’UNESCO, traducendoli in azioni concrete, favorendo il dialogo per la comprensione internazionale nei campi di interesse prioritario dell’UNESCO e dando attuazione concreta alla delega data all’UNESCO dall’Assemblea Generale dell’ONU: diffondere e promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948, all’indomani della Seconda Guerra Mondiale e degli orrori che essa trascinò con sé.
Il Club barese, in particolare, è impegnato proprio in un percorso diretto alla maggior conoscenza possibile della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, affinché questa non resti una mera proclamazione di volontà.
I soci del Club UNESCO Bari infatti, sono consapevoli che, seppur nel mondo tutti parlino di pace, essa di fatto non si realizza concretamente e questo perché, purtroppo, la pace resta qualcosa di fittizio ed estraneo a chi la proclama.
Essi ritengono che sia possibile ottenere la vera pace quando ciascuno lotta contro la propria ignoranza e le proprie cattive inclinazioni.
Per questo aderire al Club UNESCO Bari significa impegnarsi in un percorso di crescita personale per vivere la pace e trasfonderla nelle proprie famiglie e nella società.
L’impegno del Club ha cominciato a tradursi in contributo concreto a livello nazionale, attraverso la partecipazione alla XXX Assemblea Nazionale della Federazione Italiana dei Club UNESCO, che si è svolta a Cagliari nel maggio scorso.
Per la sua scelta di campo, il Club UNESCO Bari ha raccolto parole di ammirazione da parte della Federazione Nazionale, in particolare per aver ideato un “passaporto” dei Diritti Umani (così denominato dalla Presidente Nazionale Marialuisa Stringa), cioè un’agenda tascabile, che riporta al suo interno, oltre allo spazio per appunti, i trenta articoli della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e la dichiarazione d’intenti del Club UNESCO Bari, che si riconosce nel motto da esso stesso ideato: “Con la Cultura protagonista della Pace”.
Nell’agenda del Club, l’evento che si è tenuto a Bari nel maggio scorso, presso la Residenza Universitaria del Levante, dal titolo “A sessant’anni dalla proclamazione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani: una lettura antropologica e sociologica”.
Si è trattato di un’occasione per riflettere, alla luce delle nuove questioni circa la vita e la morte poste dagli sviluppi della medicina e della bioetica, se appaia necessario ripensare i diritti originari dell’uomo, chiedersi cosa significhi oggi redigere un testamento biologico, quali i diritti da tutelare e quali i confini della personale libertà di ciascuno che, è stato ribadito durante l’incontro con il pubblico, non deve essere mai lesiva della libertà altrui e deve rispettare sempre l’intransitabilità della vita umana.
Il Club Unesco Bari, inoltre, insieme alla Onlus La Casa di Mago Zurlì, ha promosso l’iniziativa “L’Anno della Cicogna”, partita a Bari lo scorso marzo e in via di diffusione in tutta Italia. Un progetto che intende promuovere una politica di incremento delle nascite e di aiuto alle famiglie, un tentativo concreto di creare un argine al preoccupante fenomeno della denatalità nel nostro Paese.
Nel mese di novembre il Club ha in programma a Bari un evento per accrescere la cultura del Malì, uno Stato dell’Africa occidentale di cui a Bari vive una discreta rappresentanza. L’evento ha lo scopo di diffondere fra i soci la conoscenza della storia e delle tradizioni maliane, quale cornice di un progetto che mira a dare impulso ai processi educativi e culturali ancora molto lenti in un lembo d’Africa in cui l’analfabetismo colpisce circa l’80% della popolazione.
Parte invece nel mese di settembre, nelle scuole elementari della città, un concorso sui diritti umani negati ai bambini nel mondo. Il progetto si pone l’obiettivo di stimolare nelle scuole della città una maggiore sensibilità ai programmi di educazione alla pace e ai diritti umani. E’ diretto agli studenti per dare loro le conoscenze e gli strumenti per collaborare e sentirsi corresponsabili con le istituzioni per costruire il "bene comune".