Agente 005- Il giovane settantenne

Un giovane settantenne si presenta in banca e chiede ad funzionario di guadagnare qualcosa da una somma di 20.000 euro di cui dispone. Fa capire di voler ricavare buoni interessi senza rischiare molto. Il funzionario lo accontenta. I 20.000 euro vengono investiti in un fondo che come tutti gli altri deve svolgere l’unica funzione possibile: produrre reddito. […]

Difendiamo la comunicazione come “bene comune”

Se vogliamo difendere lo spazio politico di una convivenza democratica, non possiamo sottovalutare un sintomo della attuale situazione politica (aggravata dalla crisi) che consiste nella difficoltà a comunicare, specialmente tra persone che hanno concezioni del mondo diverse e contrastanti.
Il filosofo Habermas, è sempre stato particolarmente attento a questo indicatore: «la condizione in cui si trova una democrazia si può accertare solo sentendo il polso del suo spazio pubblico politico» (nota 1 e 2). 

Il bene comune vittima di una gaia rassegnazione

“L’uomo si scopre solo con se stesso, incapace – o semplicemente stanco – di cercare il senso umano della propria esperienza, ma paradossalmente “contento” che sia così e perciò disponibile, a sua insaputa, ai nuovi e subdoli dispotismi tecnocratici”1. 
 
Questa breve ma profonda spiegazione della “gaia rassegnazione” la dice lunga sul periodo storico culturale che stiamo vivendo.
Siamo difronte ad una rassegnazione compiaciuta che ci anestetizza il desiderio di edificare il bene comune. Siamo una società in balìa di logiche (politiche, economiche, finanziarie, sociali) che funzionano avendo ciascuna un fine che non è più necessariamente la dignità dell’uomo. 
Per capire di più questa grave situazione dobbiamo partire dalla inedita e stravagante pluralità in cui ci troviamo a parlare e operare oggi. Maritain  ci ricorda la storia della torre di Babele: «la voce che ciascuno proferisce non è che un puro rumore per i suoi compagni di viaggio» . 

Il mercato è un luogo umano?

La caratteristica principale della economia è quella di non voler conoscere il perché accadano le transazioni commerciali. La moderna economia infatti preferisce il mercato come luogo in cui gli scambi avvengono liberi da motivazioni di qualsiasi natura.
E questo ci risulta evidente perché diversamente si sarebbe costretti a chiamare in gioco fattori ideali (storia, identità, credo, ecc) che potrebbero limitare la quantità degli scambi.E’ proprio quello che profetava (nei primi anni del novecento) un grande economista inglese P. Wicktees  quando affermava che i suoi colleghi di qualsiasi epoca sarebbero stati interessati solo al "cosa" ed al "come" e non certo al "perché" di una determinata azione di acquisto.

Imparare la SPERANZA di un mondo sostenibile

E’ certo che siamo ancora in ritardo. La sostenibilità è ancora molto lontana dalla mente e dal cuore e quindi dalle proposte politiche di quanti ci governano. Ma soprattutto la sostenibilità è lonatana da quanti vivono con agiatezza e senza molti problemi economici: a chi non manca nulla, anzi, è pieno di superfluo. A questi, la sostenibilità è un termine sconosciuto. […]

Il Governo Monti non vuole il sociale

Lo ha detto l’economista Zamagni: il governo non vuole il sociale. 
«Questo governo tende a pensare che l’Italia possa rimettersi in sesto solo se si punta sullo Stato e sul mercato. Un mercato efficiente e uno Stato non corrotto, che non spreca e via dicendo. Purtroppo questo è un errore di visione». Così l’economista Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia del Terzo Settore, commenta la decisione del governo di chiudere l’agenzia passando le relative competenze al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali.  […]

Cos’è il “cash game” ?

Stiamo andando sempre peggio……
Giocare – e perdere – sarà istantaneo: altra novità che purtroppo già incontra un alto gradimento è il “cash game”, una variante del poker online.
Ci si può sedere al tavolo verde virtuale in qualsiasi momento grazie al cellulare per una puntata “mordi e fuggi”. Ideale – la presentano così i produttori – per essere giocata sui telefonini o sui tablet mentre si aspetta l’autobus o durante la pausa pranzo. Perdere un capitale non è mai stato così facile.
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