Lotta agli sprechi alimentari: il 2014 ha un buon inizio.

E’ nato un programma nazionale per prevenire gli sprechi alimentari che partirà entro la prossima primavera.
Inoltre è stata proclamata una giornata nazionale – il 5 febbraio prossimo – in cui per la prima volta in Italia saranno convocati gli Stati generali contro gli sperperi di cibo e, infine, si mette a punto l’iniziativa di proporre il 2015 come Anno europeo contro lo spreco.

La task force è stata costituita in seno al ministero dell’Ambiente, che ha come obiettivo quello di avviare una campagna educativa nelle scuole e nei territori per tentare di recuperare i 2 milioni di tonnellate di cibo dall’agroindustria e le 300mila dal commercio e dalla distribuzione che ogni anno finiscono al macero.


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natale solidale

Globalizzare la solidarietà

In questi periodo di avvento ho riflettuto molto su queste parole “abbiamo globalizzato l’indifferenza” di Papa Francesco pronunciate l’8 luglio 2013 e poi i ripetute in questi mesi in tante altre occasioni: La conseguenza è stata la realizzazione di questo video che contiene i miei auguri di Natale per invitare tutti alla necessità di “globalizzare la solidarietà.”

 

natale solidale

 

Spero ti faccia piacere leggere cos’altro ha detto Papa Francesco sullo stesso tema nella sua recente “Esortazione apostolica Evangelii Gaudium”:

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Nicodèmo e l’Apprendimento.

La lettura casuale – ma contemporanea – di due testi, uno professionale ed uno biblico, mi ha sollecitato questa piccola riflessione che ho pensato di condividere con te. Nel primo testo, Peter Senge (prof. del MIT per l’approccio sistemico e delle learning organization) insegna: Normalmente, e nella maggioranza dei casi, dopo che abbiamo partecipato ad un momento formativo (o ad un incontro culturale) accade poco o niente. E se impariamo qualcosa questo avviene attraverso: l’apprendimento reattivo.

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La paura che non ci sia più umanità nel XXI secolo

Questa minaccia soffia sul nostro collo pure in quest’inizio di mil­lennio?  A questa domanda ha risposto il fioloso Rémi Brague: "Eccome! È persino più presente che mai. Vi è innanzitutto la pre­senza di mezzi del tutto concreti per farla finita con l’umanità: le armi nucleari e biologiche, l’in­quinamento terrestre e infine, più discretamente, l’inverno demo­grafico. Quest’ultimo Leggi di piùLa paura che non ci sia più umanità nel XXI secolo[…]

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1 maggio – Festa di quale lavoro?

1 maggio – Festa di quale lavoro? 

A questa domanda ho trovato risposta leggendo l’editoriale di Luigino Bruni (economista docente alla LUMSA) sull’Avvenire di oggi 1 maggio 2013: “Il lavoro è il grande comune denominatore della democrazia. È un elemento che ci accomuna e ci fa (in un certo senso) uguali al di là, o al di qua, delle diversità di stipendio, di ruoli, funzioni, ceti sociali. Ed è anche per indicare questa dimensione di uguaglianza tra i cittadini che il lavoro crea – e che il non lavoro, e le rendite, invece distruggono – che l’abbiamo voluto scrivere, e vorremmo continuare a scriverlo, come prima parola della Repubblica.

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Il valore delle difficoltà, verso la meta.

Le difficoltà sono presenti ovunque e per tutti i gusti. Chi di noi vive senza difficoltà? e quanti di noi avrebbero la presunzione di dire io vivo senza alcuna difficoltà?

Le difficoltà sono una normalità; i tecnici direbbero sono uno "standard" (nel lavoro, in famiglia, ecc.) e questo perché? perché nessuno dei nostri sogni, obiettivi, ideali potrà mai essere raggiunto senza sforzo. La lotta contro le difficoltà è molto importante perché significa trasformare una minaccia in una opportunità. Perché, mentre lottiamo contro le difficoltà, si acquistano e si sviluppano le virtù, che a loro volta temprano il carattere e rafforzano la volontà.

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Il dono, il mercato e la povertà

La cultura moderna ha dimenticato la verità del “dono” attraverso un processo feroce di secolarizzazione e liberismo.  L’uomo, che ha iniziato a confidare sempre di più sui propri mezzi (ricerca, progresso scientifico, tecnologia, medicina, mercato, ecc.) dimenticando che tutto gli è stato donato, si appresta a diventare “individuo autonomo capace di tutto”.

Così l’azione e la presunzione sono passati in primo piano, i mezzi hanno preso il sopravvento sui fini. 

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La sostenibilità è un ivestimento.

Agire in modo sostenibile significa saper valutare – in base ad un dato che viene dal passato – che la rinuncia ad un ritorno immediato (profitto a breve, nel presente) produrrà un bene maggiore nel futuro. Per questo la sostenibilità è un investimento. Gli imprenditori comprendono benissimo il significato di investimento. Sanno utilizzare risorse finanziare Leggi di piùLa sostenibilità è un ivestimento.[…]

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