Ogni atto di acquisto è un atto morale. I Cristiani sono consapevoli?

Penso che per tutti, e non soli per i cristiani, essere buoni cittadini significa esercitare i nostri diritti contemporaneamente ai nostri doveri, sapendo assumere coraggiosamente le conseguenze delle nostre libere scelte, assumendoci la responsabilità dell’indipendenza personale che ci spetta.

Un cristiano forse dovrebbe aggiungere la consapevolezza che per essere capace di prendere decisioni moralmente giuste, non deve trascurare mai la sua buona preparazione intellettuale, professionale, e la ricerca della verità su fatti e problemi della vita della sua comunità. 

Per non fare di questo ragionamento qualcosa di astratto, mi viene facile fare questo esempio.

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Urge detronizzare gli idoli moderni

Mentre tutti continuano a proclamare la dignità della persona, emergono e si fanno sempre più intraprendenti due nuove ideologie: – quella edonistica ed egoistica dei diritti sessuali e riproduttivi – quella di un capitalismo finanziario sregolato che prevarica sulla politica e e rende schiava l’economia reale.  Purtroppo l’uomo d’oggi è sempre più considerato in chiave Leggi di piùUrge detronizzare gli idoli moderni[…]

Tra discariche e inceneritori abbiamo smarrito la sobrietà

Da un articolo di Sergio Rizzo sul Corriere della Sera del 21 novembre scorso, si apprende che in Germania finisce sotto terra meno del 3 per cento dei rifiuti urbani mentre in Italia oltre il 50 per cento.

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A quale fede ci aggrappiamo?

Che l’Europa, e con essa l’Occidente opulento e narcisista, stia attraversando una crisi di fede generata dall’eclissi del senso di Dio dall’orizzonte della propria vita, è sotto gli occhi di tutti. Complesse ne sono le ragioni. 

Se è vero che essa è talora provocata dal rifiuto della Chiesa come istituzione – vista cioè come detentrice di un potere religioso che impone dogmi e, tramite essi, gestisce la paura –  le ragioni profonde di tale crisi vanno ricercate nel come si è formata la coscienza dell’uomo post-moderno il quale, sospinto da un’illimitata fiducia nell’emancipazione di se stesso, non avverte più il bisogno di Dio e si affida al “fai da te”.

Ma dove ci conduce questo “fai da te”?

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