La paura che non ci sia più umanità nel XXI secolo

Questa minaccia soffia sul nostro collo pure in quest’inizio di mil­lennio?  A questa domanda ha risposto il fioloso Rémi Brague: "Eccome! È persino più presente che mai. Vi è innanzitutto la pre­senza di mezzi del tutto concreti per farla finita con l’umanità: le armi nucleari e biologiche, l’in­quinamento terrestre e infine, più discretamente, l’inverno demo­grafico. Quest’ultimo Leggi di piùLa paura che non ci sia più umanità nel XXI secolo[…]

Quale legame tra “consumismo” e “l’adozione a coppie gay” ?

A dare questa "difficile" risposta è stato recentemente il filosofo Rémi Brague che ha aggiunto un nuovo tassello alla propria cri­tica delle derive contemporanee di stampo ‘antiumanista’, venate talora di nichilismo o di un relati­vismo radicale. Ho letto su Avvenire di un suo recente saggio Le Propre de l’homme. Sur une légitimité menacée (Ciò che è Proprio all’uomo. Su una legittimità mi­nacciata) e di alcune riflessioni in merito alla recente legge approvata in Francia:

"La mag­gioranza dei difensori della legge sono animati da buoni sentimen­ti, come il desiderio di uguaglian­za o la compassione verso perso­ne a lungo disprezzate.
Ma la leg­ge ha una sua logica interna. Quale?

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1 maggio – Festa di quale lavoro?

1 maggio – Festa di quale lavoro? 

A questa domanda ho trovato risposta leggendo l’editoriale di Luigino Bruni (economista docente alla LUMSA) sull’Avvenire di oggi 1 maggio 2013: “Il lavoro è il grande comune denominatore della democrazia. È un elemento che ci accomuna e ci fa (in un certo senso) uguali al di là, o al di qua, delle diversità di stipendio, di ruoli, funzioni, ceti sociali. Ed è anche per indicare questa dimensione di uguaglianza tra i cittadini che il lavoro crea – e che il non lavoro, e le rendite, invece distruggono – che l’abbiamo voluto scrivere, e vorremmo continuare a scriverlo, come prima parola della Repubblica.

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