Molto speso ci auguriamo un nuovo anno pieno di successi e felicità. Ma quello che ritengo necessario oggi, più che mai, è l’urgenza di imparare a non accontentarci del successo nella vita professionale e mirare soprattutto alla realizzazione piena della vita dandone un senso.
Impariamo la difficile arte della riconoscenza e il nostro cuore sarà capace di gratitudine e sempre sollecito verso i nostri amici e collaboratori che hanno bisogno del nostro sostegno.
Impariamo ad essere i nuovi rivoluzionari.
Perché oggi non bastano uomini e donne buoni o sufficientemente buoni o quasi buoni: è necessario essere «rivoluzionari».
Di fronte alla globalizzazione del relativismo, dell’edonismo, di fronte alla quantità di paganesimo e di materialismo che ci viene offerto in tutte le salse, le nostre famiglie, le nostre imprese hanno bisogno di anticonformisti, dei ribelli d’Amore che fanno emergere la verità delle cose e della vita.
Diciamo basta a produrre cose destinate alla discarica. Iniziamo a produrre per i veri bisogni delle persone di questo millennio.
Paul Hawken, imprenditore e saggista dall’età di vent’anni (California, 8 febbraio 1946) che ha dedicato la sua vita alla sostenibilità e a cambiare il rapporto tra business e ambiente, ha recentemente scritto:
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